tag:blogger.com,1999:blog-54520348368089361732024-03-05T12:24:00.251+01:00storie di ordinaria quotidianitàSalvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.comBlogger110125tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-51356187997860684872017-07-28T15:36:00.002+02:002017-07-28T15:36:54.707+02:00Ferro contro ferro. Quasi tutto ha un inizio.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div>
<div>
<div>
<div>
<div>
<div>
<div>
<div>
<div>
<div>
Saprei
identificare con precisione il momento in cui mi sono davvero sentito
povero. Quella consapevolezza silente si è trasformata in un dato di
fatto, materializzata in un batter d'occhio in un fatto inconfutabile.</div>
Avevo
ricominciato a vivere da poco. La ia vita precedente, con cui faccio
ancora molta fatica a relazionarmi era ormai alle spalle. O almeno così
credevo. Una cesura netta, un solco temporale molto stretto che divide
due momenti dell'esistenza che non hanno nessun filo in comune emotivo.
Hanno dei luoghi, delle persone, dei ricordi ma due liveli emotivi che
mi sono rassegnato a definire inconciliabili.</div>
Accade poi il
momento magico in cui tutte queste cose che senti, che percepisci,
diventano realtà, prendono corpo e sostanza, tanto da riuscire persino a
definirle e scriverle.</div>
Quell'invito a cena era arrivato quasi
inatteso. Non sapevo nemmeno il motivo, come può mai un professore
universitario ritenere "degno" di nota un insignificante, povero,
sprovveduto allievo del meridione d'Italia? Addirittura degno di una
conversazione davanti a una cena nel suo appartamento in uno dei palazzi
più gloriosi di Roma...</div>
Quei luoghi inavvicinabili. Li avevo
guardati da ragazzino, a 13 anni con sguardo sgomento, più che
meravigliato. Il palazzo più alto che avevo mai visto aveva sei o sette
piani, orrendo, fuori posto. Non si capiva che ci facesse quel
condominio tozzo in quell'ammasso di case e cemento spalmate su quella
montagna. Per non parlare della bellezza e dello sfarzo di tutto ciò che
vedevo. I cornicioni, i fregi, un balcone, i colori, la cura e il senso
del bello che ti schiaffeggiavano mentre camminavi. un senso di
stordimento indimenticabile.</div>
Quando poi sono arrivato, quasi
figlio di nessuno, borsone alla mano depositato in una periferia
maleodorante ho deciso di vagare.</div>
Il mio cervello non ricordava
quasi nulla dell'hotel romano in cui avevo trascorso quelle giornate:
c'era però un dettaglio di non poco conto che mi si era scolpito nel
cervello. Di notte i bagliori fuori dalla finestra, delle scintille e
uno stridere terrificante di ruote sui binari. Ferro contro ferro.</div>
Girovagavo,
la zona era quella. Il profumo acido, la sporcizia imprecisata e
dilagante: il tutto a ridosso del serpentone infinito dei binari della
stazione Termini. Un incrociarsi di vite umane che nulla poteva avere a
che vedere con il monotono incrociarsi delle sempre stesse esistenze del
paese di provincia.</div>
Uno stordimento incredibile, un non
ritrovarsi. Poi il ricordo dei bagliori e delle scintille notturne. Del
rumore, del ferro contro il ferro. Mi ero seduto, stanco e anche un po'
rassegnato a Porta Maggiore. Un pomeriggio d'estate ancora non troppo
caldo. L'erba delle aiuole attorno alla porta romana cresceva
indisturbata: vi strisciava di tutto, rettili, roditori, umani. Piante
di cappero invadenti crescevano indisturbate; d'altronde la natura vince
sull'uomo, quasi sempre. Persino quando quest'ultimo riesce a lasciare
traccia del suo glorioso passato millenario. Era così che sotto le
foglie della pianta di cappero sparivano l emani degli scalpellini che
con tanto sudore e tanta fatica avevano levigato la pietra. La natura
vince, sempre.</div>
Quel turbinio di pensieri viene interrotto, d'un
tratto, dalle scintille del tram. Bestia irrequieta, si ribella contro
il suo percorso solito, vuole forse fuoriuscire dai binari, ci prova
almeno. Non ci riesce e sbotta: le scintille si spandono in un
battibaleno: sembrano l'urlo di qualcuno a cui non sia riuscita
un'impresa agognata. Un urlo improvviso, breve, esasperato. Quelle erano
le finestre dell'hotel. Ecco ora ricordo: mi affacciavo a guardare la
vita che scorreva tutta la notte, mi svegliavano quei rumori ferrosi,
quelle scintille che rischiaravano la relativa quiete notturna. Poi
soccombevo anche io al sonno, un sonno più sereno. Sapevo che quella era
la mia strada di fuga, un luogo in cui poter vivere, in cui poter
tentare la sopravvivenza. </div>
Solo la distanza temporale da quei
giorni, la possibilità di guardare alla loro esistenza con distacco
cinico mi permette di non soccombere: stavo imparando a gestire la mia
quota personale di dolore del mondo.</div>
Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-83111124526908635952015-10-31T12:10:00.001+01:002015-10-31T12:10:11.592+01:00A windy shrine<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 12.8px;">Strong wind ripes off the leaves.</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 12.8px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 12.8px;">Out off trees already there to die.</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 12.8px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 12.8px;">The wrath of gods we will never come to know</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 12.8px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 12.8px;">Unfolds its power on harmless birds.</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 12.8px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 12.8px;">Life will go on here and there</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 12.8px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 12.8px;">Under the sun and lives of countless human beings </span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 12.8px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 12.8px;">Each one of them unique but doomed to be neglected. </span><br />
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 12.8px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 12.8px;"><br /></span>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3SbLVGEx0TcA2zlsCrn3VhrSZup_7o5xkVVgZtXCPh7RUHIU8EORWBLGm8cpEgnKDlHT8hkCTCcNBaXVZGk8cs07X3U6UdmFTLtDvPMmDEMhF-TWYgWoxpy1So2gVWubOP59IwT9wrg/s1600/20151008_115405.jpg" imageanchor="1" style="background-color: white; clear: left; float: left; font-family: arial, sans-serif; font-size: 12.8px; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3SbLVGEx0TcA2zlsCrn3VhrSZup_7o5xkVVgZtXCPh7RUHIU8EORWBLGm8cpEgnKDlHT8hkCTCcNBaXVZGk8cs07X3U6UdmFTLtDvPMmDEMhF-TWYgWoxpy1So2gVWubOP59IwT9wrg/s320/20151008_115405.jpg" width="320" /></a></div>
Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-72245792328752038142015-07-16T21:57:00.002+02:002015-07-16T21:59:59.752+02:00Offeso<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<i>"Dillo pure che sei offeso</i><br />
<i>da chi distrugge un entusiasmo</i><br />
<i>da chi prende a calci un cane.."</i><br />
<br />
Un caldo e maledetto luglio. Lungo, con speranze soffocate nel nascere. Entusiasmi distrutti che nascono e muoiono come neonati strozzati da un cordone ombelicale.<br />
Non ci trovo nulla di male nel piangere. Sono solo gocce salate che si fondono con il sudore di questa maledetta afa di luglio.<br />
<br />
Ritrovarsi a maledire la propria vita. Le angosce del passato che non esitano a scomparire. La voglia di ritrovarsi a prendere coraggio. Lo sguardo dell'amica anziana che da lontano ti protegge.<br />
Nulla può consolare. Il sole tramonta comunque. E il giorno dopo è sempre più pallido e più afoso di quello precedente.<br />
<br />
Non trovo la forza per confontarmi nemmeno con chi mi ha dato l'onere di vivere. Risorgere dalle ceneri, scriveva qualcuno. Come l'araba fenice. O rimanere storditi a guardare un soffitto che disprezzi.<br />
Forse meglio sparire. Almeno per un po'.<br />
<br />
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i>"Quando vivere diventa un peso,</i><br />
<i>quando nei sondaggi il tuo parere non è compreso</i><br />
<i>quando davanti al sole la mattina non sei più sorpreso"</i></div>
Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-24783134058581553662015-04-09T00:29:00.003+02:002015-04-09T00:41:34.529+02:00L'equatore<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<br />
<div class="MsoNormal">
Non c'è niente di più brutto del dare per scontate le cose.
Soprattutto le più semplici. </div>
<div class="MsoNormal">
Sentire i brividi addosso per il semplice fatto di
percepirsi negli anni 70 nel bel mezzo del 2015. In Ecuador. O per lo
meno così mi sembra. Io gli anni 70
in Italia non lo ho vissuti. Me li hanno raccontati; al
massimo li ho percepiti. Ma niente di più. </div>
<div class="MsoNormal">
Poi ti si materializzano sotto gli occhi. Mentre fai la
guerra al fuso orario. E non solo a quello. </div>
<div class="MsoNormal">
Fai la guerra contro te stesso. Ti chiedi che cosa ci fai
qui; e quando dici qui, non ti riferisci a Quito o all'Ecuador. Ti riferisci a
qui sulla terra. </div>
<div class="MsoNormal">
Per dolorosa o meno che sia l'esperienza del viaggio e della
lontananza, una cosa mi ha inciso sulla pelle senza dubbio. Che viaggiare per
cercare se stessi o la chimera della gioia/felicità/serenità è nient'altro che
una emerita balla. </div>
<div class="MsoNormal">
Se la cosiddetta gioia non riesci a trovarla nella stradina
del tuo quartiere, non la troverai né ai tropici, né nella metropoli affollata,
né nel bel mezzo delle Ande. Gelide, ti rimarranno a guardare e tu
impotente al massimo verserà qualche inutile e amara lacrima.</div>
Non fate altro che dirmi di godermi la vita e di prendere
tutto alla leggera. Lo farei volentieri. Prima però temo di dover morire
un'altra volta.<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikkLjb2iPSBb7zB8yhSAHIY-YMNTQkyD8Xxqi59An8QctBYOx9RTnkuUaC5kVgR3_VDAWQ_RJrTm63VWkZqlMC5U0eNGRVwkp96bH2xbPm6RwRRjk8LQ41mN5pdb9m2ziRoG75gg22QQ/s1600/IMG_20150408_072609.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikkLjb2iPSBb7zB8yhSAHIY-YMNTQkyD8Xxqi59An8QctBYOx9RTnkuUaC5kVgR3_VDAWQ_RJrTm63VWkZqlMC5U0eNGRVwkp96bH2xbPm6RwRRjk8LQ41mN5pdb9m2ziRoG75gg22QQ/s1600/IMG_20150408_072609.jpg" height="180" width="320" /></a></div>
</div>
Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-81319799010406017472015-03-05T16:18:00.001+01:002015-03-05T16:18:03.570+01:00Il bianco del soffitto<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Fa ancora freddo e tutto si confonde.<br />
Il lato oscuro delle cose. Duro da scalfire.<br />
Dentro solo confusione amara.<br />
Doloroso come strappare una foglia dalla base.<br />
Farle presentire la terra, ritrovarsi adagiata sul cemento.</div>
Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-356761606659271452014-08-07T03:58:00.002+02:002014-08-07T03:58:23.173+02:00Momenti che non dimentichi: Bali, Australia (Melbourne)<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Momenti che non dimentichi in Australia<br />
<br />
Svegliarti la mattina rendendoti conto che sei dall'altra parte del mondo per via di versi degli uccelli che mai hai sentito prima<br />
<br />
Passeggiare sulla spiaggia di St. kilda e vedere che su un lampione sono appoggiati 3 grossi pappagalli rossi<br />
<br />
Andare alla cerimonia di apertura di una mostra sull'inizio dell'attivismo lgbt in Australia insieme a uno dei soggetti fotografati<br />
<br />
Trovare a fianco della mostra di cui sopra, un'altra mostra i cui soggetti sono meravigliosi ulivi secolari pugliesi.<br />
<br />
Vedere la testa di un wallaby spuntare fra la vegetazione mentre sei intento a passeggiare su un sentiero che porta al Lago dei Cigni di Phillip Island<br />
<br />
<br />
********<br />
Momenti che non dimentichi a Bali<br />
<br />
Ritrovarsi fermi per oltre un'ora sotto la tettoia di un ristorante chiuso a Ubud insieme a tre balinesi che non parlano una parola di inglese, mentre imperversa un acquazzone<br />
<br />
Farsi sfilare tre volte dalle braccia una borsa di tela dalle scimmie nel tempio sacro delle scimmie di Ubud<br />
<br />
Andare a fare shopping l'ultimo giorno a Ubud e comprare tanti oggetti tipici per quel luogo. Rimanere nel negozio fino alla chiusura a contrattare i prezzi e vedersi offrire un passaggio in motorino per le tortuose strade di Ubud, di notte, dalla commessa. Chiaramente senza casco<br />
<br />
Bere un cocktail di anguria, zenzero e mango davanti alle risaie con vista sulla giungla accompagnato dal solo gracidare delle rane e dal chiacchiericcio in balinese<br />
<br />
<br />
<br />
********<br />
Consigli non scritti nelle guide turistiche<br />
<br />
Se vuoi andare in bicicletta a Ubud, devi avere un minimo di prestanza. E nonostante ciò sarai costretto in alcuni punti a scendere dalla bici per via della pendenza estrema.<br />
<br />
Mai portare oggetti appariscenti o borse di tela (nemmeno bottiglie di plastica) quando vai a visitare la foresta sacra delle scimmie a Ubud.<br />
<br />
Non avere mai visto una donna incinta per strada. Eppure a Bali ci sono moltissimi bambini, i contraccettivi non si trovano e mi hanno detto che gli orfanotrofi sono purtroppo affollati.<br />
<br />
<br /></div>
Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-71933764585706860852014-07-31T03:44:00.002+02:002014-09-21T12:07:55.562+02:00Puputan<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Un puputan, la cosa più straordinaria di cui ho letto sulla storia di Bali. Un evento incredibile su cui mi pare sia stato scritto poco, almeno nelle lingue occidentali che conosco. Ho fatto diverse ricerche su internet, ma forse se ne scrive poco per la vergogna che noi occidentali dovremmo provare.<br />
<br />
Ecco i fatti. 1906, gli olandesi decidono di inferire il loro ultimo colpo mortale a questo paradiso chiamato Bali, tentando di conquistare anche la parte rimanente dell'isola, il sud, che fino a quel momento non erano ancora riusciti a sottomettere.<br />
Avrebbero però incontrato una resistenza straordinaria in questo ultimo atto. Una resistenza unica e irripetibile, tragica e gloriosa, incredibilmente crudele e coraggiosa allo stesso tempo.<br />
<br />
I reali balinesi, una volta capito che sarebbe arrivata la loro fine, si preparano all'evento assieme a un altro migliaio di isolani. Si rinchiudono nel palazzo, preparano i loro abiti più sfarzosi, tirano fuori i loro gioielli più preziosi. Si preparano alla più somma cerimonia. Quando sentirono che il nemico era alle porte, uscirono dal palazzo reale e gli diedero fuoco, distruggendolo interamente. Lo consegnarono alle fiamme e alla cenere piuttosto che darlo in mano al loro nemico. Armati solo di qualche lancia e pochi altri strumenti bellici si avviano in una processione maestosa, colorata, quasi gioiosa.<br />
Una volta di fronte al nemico, si fermano. Gli olandesi li implorano di arrendersi, ma così non sarebbe stato. Non avrebbe potuto essere. Ricevuti i primi colpi di fuoco dagli olandesi, cominciano ad uccidersi fra loro, per poi lasciarsi sterminare. Ma l'atto più coraggioso lo compirono le donne. In prima linea, cominciarono a strapparsi i gioielli che indossavano e a lanciarli in modo sprezzante verso il nemico.<br />
Un popolo così pacifico, che già aveva subito il confino su quest'isola per via dell'invasione musulmana, non poteva che lasciarsi distruggere che così.<br />
Fu così che Bali divento un altro piccolo, insignificante pezzo delle Indie Olandesi Orientali.<br />
<br />
Un puputan, ecco quello che ci vorrebbe anche nella mia vita. E in parte così e' già stato. Hanno combattuto una guerra contro le mie passioni più forti, i miei sentimenti più profondi. Si sono lanciati in un'opera di distruzione, senza nemmeno tentare la nobile arma del dialogo. D'altronde, cos'altro avrebbero potuto fare questi oppositori.<br />
Io però sento di essermi comportato proprio come questi gloriosi balinesi: mentre i vigliacchi e le vigliacche sferravano i loro ultimi colpi, io ho scagliato loro i miei migliori gioielli. La verità e' che non sono stato ucciso. Sono loro che credono di aver conquistato un altro piccolo pezzo di Indie orientali. Quanta povera, gretta, misera illusione.<br />
<br /></div>
Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-71476311712796025792014-07-27T07:19:00.000+02:002014-08-02T12:10:51.147+02:00L'isola dei sogni<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Sta per iniziare, il viaggio. Sono solo 10 giorni. Avrei voluto (e forse anche potuto) rimanere almeno un mese. Solo 6 ore di aereo mi separano da questo posto immerso nell'oceano. Che poi mi chiedo quale sia la grande differenza col posto dove sono nato e cresciuto... In senso strettamente geografico, chiaramente. Una stretta penisola circondata interamente dal mare, relativamente isolata da tutto il resto.<br />
<br />
Venire nell'altro emisfero ed entrare nella percezione di chi vive qui in questo continente isolato aiuta noi europei a ricalibrare le distanze, a diventare un po' più padroni delle dimensioni in relazione all'emisfero. Visitare l'Australia con un volo che la sorvola da est verso nord ovest: la costa vicino Melbourne, il golfo di Saint Vincent e poi tutto il deserto interno; ore di nulla, o meglio di terra rossa disabitata. Come sono diversi questi paesaggi dall'Europa che oramai sorvolo praticamente ogni settimana!<br />
<br />
Guardando fuori dal finestrino dell'aereo penso a come debba essere la vita umana in questi posti estremamente desolati, cosa si provi a percorrere in auto una di queste strade in mezzo al deserto per ore, con il rischio (o la fortuna) di non incontrare anima viva lungo tutto il tragitto. Più penso a queste terre, più mi chiedo per quale motivo gli uomini si siano sforzati a venire qui a contaminarle con le nostre inutili e dannose attività. Sarebbe stato meglio lasciarle alla natura e alle poche popolazioni indigene che per qualche ragione oscura già si trovavano qua. Wominjieka (benvenuti, nella lingua indigena dei Kulin - un pezzo di terra oggi chiamato Victoria).<br />
<br />
Ps. L'isola dei sogni era anche il titolo del romanzo che ho tradotto per la mia tesi di laurea (un romanzo noir/hard boiled dello scrittore giapponese Osawa Arimasa).</div>
Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-38630113618941286912014-07-24T11:23:00.001+02:002014-07-24T11:23:18.462+02:00Mindfulness @ #aids2014<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div>
Mindfulness @ #aids2014</div>
<div>
<br /></div>
<div>
"We would like to pay our respect to the people of the Kulin nation and to the elders of this land."</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Questa e una frase che viene pronunciata all'inizio di ogni evento che si svolge nel contesto della conferenza sull'Aids a Melbourne. Molto bello ringraziare le popolazioni indigene per l'ospitalità che concedono a noi occidentali nella loro terra. Meraviglioso l'invito al rispetto, alla cura della terra che ci accoglie; molto alla moda pure, mi verrebbe da dire....</div>
<div>
Ma poi? Poi vedi che Melbourne è una città dove continuano a costruire grattacieli e più non posso e dove il fiume che scorre verso il mare ha un colore prossimo al marrone.</div>
<div>
Non so...mi sembra di percepire in questa stanca formula recitata come un mantra... molta ipocrisia. Come sempre, spero di sbagliarmi.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Queste conferenze mondiali sono come uno dei migliori koan zen. Ci puoi trovare tutto e nulla. </div>
<div>
Le cose migliori, come prevedibile, non sono scritte nel programma. </div>
<div>
<br /></div>
<div>
Mi ritrovo a parlare in un workshop organizzato dall'ILO in cui presentano uno studio sulle cosiddette "popolazioni chiave" in materia di contagio HIV. Dopo il workshop mi si avvicina Ken Davis, il compagno australiano con cui ero stato in contatto prima di arrivare qua per l'organizzazione di una sessione in cui devo intervenire io stesso.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Mi ritrovo seduto al tavolo con lui e con un altro sindacalista di lungo corso, attivista lgbt e politico. Appena viene fuori che sono un cgil... La prima cosa che salta fuori e' la loro passione per il PCI! Che...purtroppo non esiste più da un pezzo in Italia! Ma questo chiaramente lo sanno. Grazie a loro scopro un po' di storia e attualità politica australiana, un po' di geografia e di informazioni sulla politica, sul movimento lgbt e sulla lotta all'AIDS nel continente. E naturalmente trovo molte similitudini con la mia lontana Italia.</div>
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<br /></div>
<div>
Melbourne e' la città più australiana, mi dicono. Quella col clima peggiore, mutevole e imprevedible: la città delle 4 stagioni in un solo giorno. Quella con la più grande comunità italiana in Australia.</div>
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<br /></div>
<div>
Non tardo a scoprirlo. Bisognoso di aria e di un supermercato, decido di uscire e fare quattro passi alla ricerca di un caffè per non soccombere agli effetti del fuso orario. Mi imbatto in un angolo di Italia schiacciato fra i grattacieli del centro città.</div>
<div>
Entro e pochi minuti dopo esco. </div>
<div>
Un caffè pessimo, una massa di caproni italiani che urlano parolacce fra loro, un fiume in piena di volgarità e malcostume.</div>
<div>
Insomma, il peggio che l'Italia può esportare e' arrivato fino a Melbourne. Nn ne sentivo la mancanza.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Meno male che decido di rientrare nel centro congressi, dove partecipo, quasi per caso, a un workshop siccome evitare il burn out facendo attivismo. Un argomento che mi interessa parecchio. Una delle ragioni per cui mi trovo qua del resto, e' anche la necessità di fuggire dalla mia routine e tagliare con la invita quotidiana. Due attivisti australiani ci guidano durante il workshop. Che si rivela un esercizio collettivo di ascolto, confronto e "mindfulness". Sono riuscito a trovarsi con una ventina di sconosciuti in una stanza e sentirmi a mio agio con me stesso. Meglio... Mi sono trovato a pensare a me stesso mentre attorno a me ruotano in u emisfero diverso da quello i cui vivo, migliaia di persone sconosciute. Ho cominciato a fare pace con me stesso durante la conferenza. Il viaggio e' solo all'inizio. Ma non poteva cominciare in modo migliore.</div>
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"I tried to be reasonable, I didn't like it" Clint Eastwood </div>
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<br /></div>
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Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-39478951840418385062014-07-23T06:23:00.001+02:002014-07-29T00:41:41.160+02:00Non è mai tardi per essere inverno<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJ3pqQz9wAX8auKTofBzMKS0jbDq1m1ZalHqyG4WXInuia8UgJ06kFT0HNC5natSdpOFrwHtnEUXQKsYyhOY7udzU9Si-HMgE95nkzSeupzMN8ImMptLl8PJz6cZk2widM1OjQvlyRaw/s1600/IMG_0224.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJ3pqQz9wAX8auKTofBzMKS0jbDq1m1ZalHqyG4WXInuia8UgJ06kFT0HNC5natSdpOFrwHtnEUXQKsYyhOY7udzU9Si-HMgE95nkzSeupzMN8ImMptLl8PJz6cZk2widM1OjQvlyRaw/s1600/IMG_0224.JPG" height="320" width="240" /></a></div>
In un viaggio come questo, la cosa più difficile da accettare, e' l'inverno. Doversi rimettere un cappotto, vedere la gente che va a scuola, con le sciarpe addosso e pronte a tirar fuori l'ombrello, e' quasi più complicato di adattarsi alle 8 ore di fuso orario! La mattina ti svegli e vedi che fuori è chiaramente inverno: anche dopo qualche giorno, non te ne fai una ragione. Gli alberi sono spogli, il mare e' triste, l'erba dei prati ingiallita, il cielo quasi perennemente grigio.<br />
E' una sensazione davvero sconvolgente. Arrivo all'aeroporto di Tullamarine dopo quasi 24 ore fra volo e scalo in un'alba tailandese all'aeroporto Suvarnabum di Bangkok. Prima un 747 e poi un 777, aerei enormi su cui viaggia un'umanità varia e indistinta allo stesso tempo. Due voli con la Thai sono stati sufficienti per sfatare il mito del personale thailandese super sorridente, super gentile, super tutto... Non proprio, direi! Anzi... Nella media e nulla di più. Portare un'orchidea all'occhiello, non ti rende necessariamente più dolce.<br />
<br />
Non rende più dolce nemmeno il pensiero che mi segue, mentre volo alla velocità di circa mille km orari, per quelle persone che andavano a Melbourne come me e che sono finite trucidate in uno sconosciuto campo in Ucraina.<br />
Il ricordo delle vittime del volo MH17 da Amsterdam a Kuala Lumpur e' uno dei leitmotiv della conferenza. E come può non esserlo. Attivisti che venivano qua a portare un pezzo della loro esperienza e del loro entusiasmo, hanno perso la vita in un modo del tutto irrazionale, impensabile quasi.<br />
<br />
Non dovrei scriverlo, ma inizio seriamente a detestare quello che rappresenta la Russia oggi. Le loro rappresaglie pseudo fasciste, il loro furore omofobo, il loro atteggiamento anti diritti umani sono aspetti che non riesco a mandare giù. Non sopporto più nemmeno il ricordo dello zar Putin che a fianco al suo omologo italiano andava in giro a fare scorribande di caccia e di... donne. Un'immagine disgustosa, rivoltante, del machismo e del super(micro)uomo del ventunesimo secolo che facciamo ancora fatica a superare.<br />
<br />
Cari amici e amiche, compagne e compagni che non siete riusciti ad arrivare qui a Melbourne, sappiate che la vostra lotta continuerà. Con più furore di prima. Lo sappia chi crede di fermare con la dinamite di un missile la passione per la libertà e per la giustizia sociale. Voi siete già morti, la vostra violenza e' la peggiore sconfitta che si possa augurare a un essere umano.<br />
<div>
<br /></div>
</div>
Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-70381270795581596232014-07-21T05:44:00.001+02:002014-07-28T15:18:19.681+02:00Ed e' solo l'inizio<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
I veri viaggi cominciano sempre molto prima di imbarcarsi su un volo o di salire su un treno. Alcuni poi... Stanno già dentro di te, aspettano le congiunture giuste per realizzarsi.<br />
<br />
Mi serviva un scusa, però. Ed è arrivata quando mi hanno prospettato la possibilità di partecipare come delegato alla conferenza mondiale sull'Aids che quest'anno si è tenuta a Melbourne. Dopo qualche tentennamento, decido di accettare. Seguo la passione per il lavoro su questo tema a cui mi dedico ormai da quasi dieci anni e l'istinto di allontanarmi dall'Europa, dalla mia vita quotidiana, da un'asfissia che mi sta rendendo tutto insopportabile. Perché? Perché trovo tutto insopportabile, perché ho perso la passione per le cose per cui un tempo mi sarei ucciso quasi?<br />
Non riesco più a trovare la risposta, quindi mi convinco che la strada per ritrovare me e le mie passioni sia quella di allontanarmi il più possibile dalla fonte del desiderio (nell'accezione buddista del termine, il tanha).<br />
<br />
E' vero, lo ammetto, la mia decisione di continuare il viaggio verso Bali nasce anche da una bufala commerciale: il libro "Mangia, prega, ama" di Elizabeth Gilbert. Ma nasce dal mio amore incondizionato, irragionevole forse, immotivato per Roma.<br />
<br />
Crogiolo di passioni, crocevia di missioni. Angolo di paradiso infernale attraversato da ricordi scolpiti in ognuno dei sampietrini. Pietre che parlano, muri con cui poter ragionare. Luoghi troppo amati per non sentirsi costretti a scappare. Roma e' il mio essere uomo, personificato in strade, monumenti, colori.<br />
Non mi muovo nella città. E' la città che è in me che si muove e mi plasma. Un rapporto asfissiante, ci si sente soffocare. Bisogna scappare.<br />
<br />
E l'idea di fuggire e' nata da sola. Le rotture e le divisioni mi hanno perseguitato. Ora sono io a perseguitare loro.<br />
Non sono così naïf da credere che Roma, Bali o un qualsiasi luogo in se' possa farmi trovare pace.<br />
"Fai le cose che ti piacciono e allora saranno le persone belle a venire da te."<br />
<div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5cFJvBu9YITgI6OytnqvFKU0poGIFqnDa2W_sRiHNJWUyvpdoGgsvr9CDjtssNlZfgWtdy6uDUBRfA5LzSvxX-XyETnYBxCwKLmS-WLAS9cGwieeT9rXocAI4nPG5fM_vDUE78fx-ow/s1600/IMG_0211.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5cFJvBu9YITgI6OytnqvFKU0poGIFqnDa2W_sRiHNJWUyvpdoGgsvr9CDjtssNlZfgWtdy6uDUBRfA5LzSvxX-XyETnYBxCwKLmS-WLAS9cGwieeT9rXocAI4nPG5fM_vDUE78fx-ow/s1600/IMG_0211.JPG" height="240" width="320" /></a></div>
<br /></div>
</div>
Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-41059769241123595572014-05-31T18:20:00.003+02:002014-06-22T19:23:39.030+02:00Kiss me hard before you go<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="MsoNormal">
Le estati, periodi più o meno lunghi di solitudini
disperate.</div>
<div class="MsoNormal">
La soffitta, la mia migliore amica. Rifugio polveroso
di disperazione, sotto il calore di soffitti bollenti. Libri, quaderni, pagine
consumate dallo sfogliare impacciato di un bambino.<br />
<br />
Ero io, giravo le pagine,
tante, alla ricerca di quello che sarebbe stato di me. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
La voglia di fuggire, evasione definitiva, nata in
quelle estati tristi, di lunghe solitudini senza pause. Il garrire delle
rondini, il grido di qualche bambino, un oceano di amore familiare giusto al
piano di sotto.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
I vetri di un autobus mezzo vuoto e il viaggio che mi porterà sotto i ponti di una stazione sconosciuta. Questo era il libro che mi
aspettava.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Baciami forte, prima di andare via. Lascia una traccia
indelebile, ti prego. Marcami a fuoco per non perdere il filo in quel segno
profondo. </div>
</div>
Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-4734099377804263482014-03-31T09:52:00.002+02:002014-06-22T19:21:30.195+02:00Il grigio del tuo ricordo<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
E' luna piena, torno a casa, solo, ora.<br />
<div>
Rumore di macchine e ingranaggi, musiche sopite,</div>
<div>
Scrosci d'acqua, silenzi inauditi.</div>
<div>
Luci che svaniscono, ululati incomprensibili.</div>
<div>
Da qualche parte sei, sento il tuo odore.</div>
<div>
Sono certo.</div>
<div>
Ti ritroverò, prima di trovare me:</div>
<div>
Missione più plausibile.</div>
<div>
Nel grigio del tuo ricordo, affondo.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
</div>
Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-20455093438957902242014-02-23T21:53:00.000+01:002014-02-23T21:53:20.183+01:00Pensa, canta, ama - Think, sing, love<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<br />
<div class="MsoNormal">
Questa la dedico a te. E mentre la ascolto vedo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>i tuoi capelli ricci, soffici e splendidi muoversi
in aria. La serata nel castelletto sulla consolare. Un’amica vestita in kimono.
“Oogesa nja nai?” Ma no… ma quale esagerata. Potevamo tranquillamente ballare
la canzone senza curarci degli altri… Eravamo felici!</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Dancing queen, Abba</i></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Uno sguardo vuoto, ma pieno. Una lotta strenua per essere
più forti. Per sconfiggere quel dolore, lo strazio inerte della vita, per
scavare ogni giorno un po’ più in fondo e sradicare tutto. Niente rumore, la
casa in penombra. I silenzi, le lacrime. La vita fuori scorre come se nulla
fosse e noi intrappolati in un vortice di paura, di insicurezza. Tornerà tutto
alla normalità? Torneranno le giornate, le serate, le notti, la luce, il buio? Sguardi
vuoti, occhi rassegnati, ma ancora vivi. Ci siamo. Non siamo ancora andati via.
E forse non lo faremo mai.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="EN-GB" style="mso-ansi-language: EN-GB;">This is the life, Amy Mc Donald’s</span></i></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Ho sbattuto la testa contro quell’armadio. Senza una
ragione, ad un certo punto non ce la faccio e piango. Nel pieno della notte
torni a popolare i miei silenzi, i miei spazi vuoti, ti vedo qui che silenzioso
dormi. </div>
<div class="MsoNormal">
E poi apri gli occhi e senti che tutto è un vuoto pieno di
significanti. Vorrei cercare la ragione, ma l’esercizio si auto sopprime nello
strozzare una lacrima. Quella di troppo, quella che non ti puoi permettere,
quella che non deve uscire.</div>
<div class="MsoNormal">
La cifra è che siamo nella trappola delle nostre immense
solitudini. Dato in condizionabile dell’essere qui, ora, così.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="EN-GB" style="mso-ansi-language: EN-GB;">Just give me a reason, Pink</span></i></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
E poi non ci capisci più niente. Senti solo la necessità di
una ripartenza. </div>
<div class="MsoNormal">
La mattina con i biscotti e il tè. </div>
<div class="MsoNormal">
La serata è stata complicata… tante persone, tanto alcol e
tanta musica. Sudore, balli, si soffoca, la giacca… si ubriaca.</div>
<div class="MsoNormal">
La mattina dopo la notte, il sesso, il poco sonno, la
televisione è accesa. Musica di sottofondo. No ascoltiamo, commentiamo, era
lei. Sì, era proprio lei.</div>
<div class="MsoNormal">
La ripartenza non arriva. Era una falsa partenza. O forse la
falsa partenza di una nuova vera partenza. Fosse anche solo questo, grazie.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Wrecking ball, Miley
Cyrus</i></div>
</div>
Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-38176996760544988532014-01-02T10:03:00.002+01:002014-01-02T10:03:58.486+01:00Solo il buio oltre l'imposta<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div>
<br /></div>
C'è una luce oltre l'imposta.<div>
il buio è dentro </div>
<div>
l'esterno lo riflette.</div>
<div>
urla di una donna, no.</div>
<div>
gracchiare strozzato di un gabbiano.</div>
<div>
Non troverai una casa</div>
<div>
Neanche un nido che t'accolga</div>
<div>
Solo il buio oltre l'imposta.</div>
<div>
<br /></div>
</div>
Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-31909843787570939952013-08-21T16:39:00.001+02:002013-08-21T16:39:09.706+02:00La feroce farfalla<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2lOqR8Q0PsoT9lbD2dH0yP7OiBG7Av27DQdYdstJIgPUrC0Jkdi3Yhpnk-w-aKE7KgIivbu9FD95KFFYhYKY9WwZIoxTzA6LI4ZMKVNx-0aaXO6j6r1crZt9HWehQRi18cNaSKtm9uQ/s1600/2013-08-17+17.01.56.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2lOqR8Q0PsoT9lbD2dH0yP7OiBG7Av27DQdYdstJIgPUrC0Jkdi3Yhpnk-w-aKE7KgIivbu9FD95KFFYhYKY9WwZIoxTzA6LI4ZMKVNx-0aaXO6j6r1crZt9HWehQRi18cNaSKtm9uQ/s320/2013-08-17+17.01.56.jpg" width="240" /></a>Ho sempre pensato che sarebbe meraviglioso morire rincorsi da un feroce farfalla.<br />
<br />
Per quelle strade dove pensavi che tutto ti fosse familiare, dal filo d'erba di quel ciglio dietro la curva della cunetta sotto quel determinato pino a quel fungo mezzo rinsecchito che ogni anno puntuale nasce, cresce e si decompone in quel preciso punto.<br />
<br />
E invece....<br />
___________________________________________<br />
<br />
<i>"Ho sempre pensato che sarebbe meraviglioso morire rincorsi da un feroce farfalla." </i><br />
<br />
"News Calabre 24. Allarme rosso. Un primate si aggira in Sila
illegalmente, scappato dalla.zoo di Roma. Si tratta di un orangotango
rispondente al nome di S. Attenzione pur non mostrando segni di
pericolosità fisica, ha la capacità di assumere sembianze umane a causa
di un esperimento genetico che lo porta anche a essere in grado di
simulare il linguaggio degli umani. L'essere conosce più di una lingua.
Per avvistamenti dell'animale, contattate il numero XXXXXXXXXXXXXX,
risponde T. il vampiro a servizio delle forze dell'ordine. Divulgare
in tutta l'area Silana, prima che la bestia possa raggiungere le coste
e darsi alla fuga mimetizzandosi tra i turisti."<br />
<br />
<i>"L'ho avvistato io. correva come un matto in bicicletta, rubata a qualche
malcapitato villeggiante, inseguito da una grossa e feroce farfalla. Potrebbe essere precipitato in una scarpata e defunto sul colpo."</i><br />
<br />
"Mi serve il suo corpo per l'autopsia e qualcosa di meglio.... ogni vampiro è necrofilo."<br />
<i><br />"I miei mezzi mi dicono che è impossibile da localizzare. Lui è parte
della Sila. Il bosco si è semplicemente ripreso ciò che gli appartiene."</i><br />
<br />
"Peccato si delizierà della putrefazione solo la natura spero resusciti
in zombie x vedere se rimane qualcosa di buono anche nella esistenza di
non vita."<br />
<br />
<i>"Nella mia prossima reincarnazione sarò nel medioevo. Mi spiace constatare l'impossibilità di un nostro futuro incontro."</i><br />
<br />
"Già.... nessun incontro ravvicinato, già ho la sfortuna di dover
sopportare di dividere il mondo con la tua noiosa energia vitale che
scuote il disco della vita in una melodia dimenata tra noia e
frustrazione, tu il vuoto eterno, l'elemento che non rilascia
significati perché non ne ha e crede di averli. Erudita memoria, ma
acerrime virtù dentro di te creano spazio ricco di <span id="goog_449623261"></span><span id="goog_449623262"></span>materiale, e così
inesorabilmente inutilizzato dalla conoscenza emotiva. Bacetto! Non
disperderti più, la tua vita vale la sommatoria di tutte le persone che
dipendono da te. La mia invece vale quanto tutte le persone che mi
temono e non mi capiscono, che sono di più di quelle che credono di
capirmi perchè non.sanno leggere."<br />
<i><br />
"Oggi mi hai fatto scoprire una cosa meravigliosa della vita. ovvero che
un perfetto sconosciuto ti scrive cose molto più verosimili, profonde,
intuitive, empatiche di qualsiasi altra persona che io possa mai
scegliere come compagno di vita."</i></div>
Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-5337703023399749582013-07-12T18:41:00.002+02:002013-07-12T18:41:36.575+02:00Il rispetto<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Nemmeno per il dolore.<br />
Il rispetto è morto. Non è più un costume di questi tempi. L'ingordigia del rispetto indirizzato verso se stessi e la cupidigia di ego dalle dimensioni spropositate. L'anteporre l'io sempre e comunque a qualsiasi altra cosa, a qualsiasi altrui sofferenza o bisogno.<br />
Il rispetto è morto. Non ci si cura nemmeno delle possibili sofferenze altrui, delle ricadute che una propria scelta o azione possa avere su qualcun altro. L'anteporre se stessi sempre e comunque, anche davanti a percorsi di sofferenze comuni.<br />
E' morto il rispetto, e insieme ad esso è morta l'empatia. Quell'incapacità di immedesimarsi, fosse pure per un istante, nel malessere altrui e attraverso esso plasmare le proprie decisioni. <br />
<br />
Il dato di fatto è che prima o poi ci si perde. E alcune perdite sono irrimediabili. Mi pongo il problema della sopravvivenza. Per rispetto nei confronti di chi ha perso per sempre, vorrei poter tacere e smettere di scrivere. Ma è questo scrivere che mi da' la forza di sopravvivere a questa assenza totale di rispetto e di empatia.<br />
Le perdite irrimediabili, neanche di fronte a quelle c'è rispetto. Si cancella tutto con una spugnetta, come quella scritta faticosamente tracciata da un bambino in punta di piedi con un gessetto spuntato su una lavagna.<br />
Cancellate pure. I miei ricordi rimangono. E come il peggiore degli incubi popoleranno le notti di chi ha fatto del rispetto una ghigliottina sporca di sangue.<br />
Non pulitela, fate asciugare il sangue al sole. O fatelo lavare dalla pioggia. Meglio non sprecare stracci e sudori per lavare via la strafottenza di chi con sguardo cinico ha buttato giù la lama.</div>
Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-86198702315443067952013-06-21T18:39:00.002+02:002013-06-21T18:39:59.201+02:00Unsent<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Una lettera non spedita. Ho trovato davvero geniale l'idea di Alanis di
scrivere una lettera non spedita ai suoi ex fidanzati. Non che io voglia
emularla. Non sono un cantante, né un artista, né so scrivere così bene. E'
comunque geniale il fatto di scrivere una lettera per non mandarla ai diretti
destinatari, ma di mandarla in giro su milioni di dischi e fargliela arrivare
per via indiretta. Mi chiedo quale sia stata la reazione dei diretti
interessati.<br />
Ecco il mio tentativo. Con un blog sconosciuto ai più.<br />
<br />
Rompo gli indugi e decido di scriverti. Ho trovato di una tale meschinità il
fatto di avermi visto in strada e non avermi salutato che già questo mi basta
per farmi dire che forse con gente come te è meglio non avere più niente a che
fare. 3 anni di emozioni, dolori, gioie, difficoltà, eccessi condivisi e
gridati cancellati con un colpo di spugna. Capisco tutte le necessità di un
vuoto da interporre fra due persone che si sono volute bene, ma imporre le
proprie necessità senza nemmeno curarsi delle esigenze degli altri, mi sembra
di una crudeltà senza pari. Ancor più crudele il presupporre che poi la persona
accoltellata possa concedere comprensione dopo un dato periodo.<br />
<br />
Io però ti ringrazio....<br />
Ti ringrazio perché da te ho imparato la mitezza, ho imparato che non sempre
gridare i propri sentimenti è la strada più giusta, perché la veracità del
vivere il momento viene spesso fraintesa per aggressività. Perché l'affetto
gridato dà fastidio a questo paese, come dà fastidio a chi l'affetto lo vive
come un accessorio da frapporre fra un pattino e una pallina di tennis.<br />
Io però ti ringrazio perché da te ho imparato la condivisione e l'affetto.
Quello vero, quello che ti fa crescere e riscoprire un nuovo rapporto con la
tua famiglia. Che mi ha accolto e che forse ha sofferto per la mia assenza.
Salutameli e ringraziali per quello che hanno fatto per me, dato che non ho
avuto la possibilità di farlo.<br />
Io però ti ringrazio perché con te ho pianto lacrime di dolore profondo in
questo periodo l'anno scorso. ogni volta che apro quell'armadio sento un
vortice che mi vorrebbe trasportare dentro. Sento un amore inconfondibile in
quel pezzo di vetro e legno. C'è un amore trascendente in quell'armadio e lo
custodisco gelosamente. Ricordati di me quando andrai a ricordare lei, perché
non mi sarà consentito vivere con te quel momento. E pensa a me intensamente,
perché di sicuro piangerò qualche lacrima in solitudine per quella assenza come
per quella di molte altre persone che se ne sono andate da questa vita. Un
doppio filo mi segna e mi segue. Stringo il nodo.<br />
Io davvero ti ringrazio perché la lezione migliore è arrivata in fondo.
Perché tu mi hai insegnato che non ha senso perdere definitivamente le persone
con cui si è condiviso un pezzo della propria vita. E' proprio vero, e tu eri
la prima persona con cui volevo intraprendere questo percorso per il rispetto,
la stima, l'affetto, il legame che mi stringe a te e che non ti permetto di
togliermi. Non te lo permetto perché sarebbe come farmi scippare indolentemente
qualcosa per cui ho lottato con fatica. ogni mia richiesta è stata vana, caduta
in un nulla, anzi respinta con fredda lucidità matematica, che non ti è mai
mancata.<br />
Ebbene, sappi che l'amore, quello vero, è anche gridato, respinto,
infuocato, eccessivo, esagerato, soffocato, represso.<br />
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<br />
" I used to say... the more tragic the better, but the truth is whenever I think of the early '90s your face comes up with a vengeance like it was yesterday."</div>
Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-55998344490435494192013-06-17T17:54:00.002+02:002013-06-17T17:54:23.626+02:00Mail che ti lasciano senza fiato<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="padding: 0px;">
"Giusto ieri sera rileggevo un'intervista alla figlia di Roberto Vecchioni, della quale immagino tu sappia la storia. </div>
<div style="padding: 0px;">
Mi auguro davvero che un giorno voi possiate godere degli stessi diritti di cui godono le coppie etero.</div>
<div style="padding: 0px;">
Ho
la famiglia contro, A**** contro, ma io sono favorevole sia al
matrimonio sia all'adozione e mi dispiace per le sofferenze e
discriminazioni che siete costretti a subire a causa della limitatezza
mentale della gente.</div>
<div style="padding: 0px;">
E direi che detto da me (che ho la flessibilità di una sequoia in culo) fa un certo effetto....</div>
<div style="padding: 0px;">
<img alt="Linguaccia" border="0" src="https://dub107.mail.live.com/Handlers/ImageProxy.mvc?bicild=&canary=%2fI2GQpxATd4nhcvrQaseF5VNb9LZuLIEylwZ9jgPaOg%3d0&url=http%3a%2f%2fmailbeta-static.libero.it%2fcp%2fimages%2fdefault%2fen%2fmail%2ficons%2femotions%2fsmiley-tongue-out.gif" title="Linguaccia" /></div>
<div style="padding: 0px;">
Io sto dalla tua parte. Vai al Pride e porta anche il mio pensiero. <img alt="Bacio" border="0" src="https://dub107.mail.live.com/Handlers/ImageProxy.mvc?bicild=&canary=%2fI2GQpxATd4nhcvrQaseF5VNb9LZuLIEylwZ9jgPaOg%3d0&url=http%3a%2f%2fmailbeta-static.libero.it%2fcp%2fimages%2fdefault%2fen%2fmail%2ficons%2femotions%2fsmiley-kiss.gif" title="Bacio" />"</div>
</div>
Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-26331926366630146712013-06-16T20:12:00.002+02:002013-06-17T17:55:43.093+02:00Conversazioni impossibili<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px; text-align: -webkit-auto;">- Come va?</span><br />
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px; text-align: -webkit-auto;">
- Bene. (In realtà ho gli occhi inondati di lacrime)</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px; text-align: -webkit-auto;">
- Che fai domani?</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px; text-align: -webkit-auto;">
- Ho una cena (non è vero. Non ce la faccio a dirti che sono giorni che non mangio)</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px; text-align: -webkit-auto;">
- ok. Ma fatti vedere o sentire.</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px; text-align: -webkit-auto;">
- va bene. Ci mettiamo d'accordo. (Non ho voglia di vedere nessuno. Sono in depressione cronica.)</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px; text-align: -webkit-auto;">
- non sparire, mi raccomando.</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px; text-align: -webkit-auto;">
- ok! (Vorrei sprofondare e non riemergere più)</div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(130, 98, 83, 0.0976563); -webkit-composition-frame-color: rgba(191, 107, 82, 0.496094); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); font-family: Noteworthy; font-size: 18px; font-weight: bold; line-height: 24px; text-align: -webkit-auto;">
<br /></div>
</div>
Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-48030596508335819612013-06-02T18:56:00.001+02:002013-06-02T18:56:13.851+02:00Sempre in evoluzione<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<br />
<div class="MsoNormal">
Non tutto il male viene per nuocere?</div>
<div class="MsoNormal">
Il punto interrogativo è doveroso. Il beneficio del dubbio
diventa un imperativo morale.</div>
<div class="MsoNormal">
“Sempre in evoluzione” ho scritto alla persona che non sento
e non vedo da anni. L’uomo invisibile che accompagna molte delle mie
riflessioni. Dopo quel momento tutto è cambiato, o meglio tutto mi ha cambiato.
</div>
<div class="MsoNormal">
Ci risiamo. Chiudi una fase e ne riapri un’altra. In modo
bislacco, ma la riapri.</div>
<div class="MsoNormal">
Quello con cui non riesco a fare i conti è come sempre il
pezzo lasciato alle spalle. Anche perché ho difficoltà a mettere a posto, a ricatalogare
pezzi di cose che ci sono ancora, ma che l’orologio mi obbliga a definire con
la categoria del passato.</div>
<div class="MsoNormal">
Mi sembra di vivere in un imperfetto continuo. Il passato
prossimo non arriva mai. Il presente non si appalesa.</div>
<div class="MsoNormal">
La cosa che più mi continua a sorprendere è come le persone
ch fanno parte della tua vita in modo quotidiano, quasi ossessivo, poi d’un
tratto scompaiano. Quasi senza lasciare traccia. </div>
<div class="MsoNormal">
Muoiono, partono, se ne vanno.</div>
<div class="MsoNormal">
Il problema è riconoscere, accettare, prendere atto delle
perdite. Questo il mio eterno problema. Eppure una cosa l’ho capita. Fanno parte
della vita e bisogna conviverci, finché si è in vita- ma io non finisco mai di
imparare in questo senso. La lezione non è mai finita, diventa sempre più
ostica e chi insegna non si intenerisce, ma con una sorta di ironia sadica si
diverte a infilzare spilli nel cervello e nel cuore come su una bambola voodoo.
Mi piace pensare che il mio sacrificio divinatorio sia auspicio di maggiore
chiarezza per chi il rito lo compie. </div>
<div class="MsoNormal">
Ma anche di questo, non posso che dubitare. L’imperfetto mi
perseguita, il passato prossimo mi ossessiona, il presente mi illude.</div>
</div>
Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-77811004901704835942012-09-18T19:05:00.000+02:002012-09-18T19:05:20.890+02:00Il doloreRicordo bene il titolo di questo post. Ho letto e riletto quelle parole non so quante volte. Fino a volerci leggere e interpretare cose che proprio non c'erano.<br />
Io ce le cercavo comuqnue quelle cose, perché erano le cose alle quali tenvo di più nella mia vita in quel momento. Ho fatto un pesante esercizio di ricalibratura dei valori. Quasi quasi ne uscivo sconfitto. E infatti qualche pezzo l'ho lasciato indietro sulla mia strada. D'altronde non si può fare una guerra senza lasciarci qualche penna.<br />
Ora ritorno indietro e le raccolgo tutte quelle penne e me le metto su un elmetto, proprio come quelle degli alpini. Diventeranno appropriato emblema del dolore che ognuna di esse rappresenta.<br />
<br />
Il mio dolore per qualche sentimento che si spezza non si ferma a livello mentale. Diventa qualcosa di reale e di fisico. Mi sento lacerare davvero dentro. Sento che non posso più controllare tutto, che le cose mi sfuggono. Non essere padroni di se stessi è un altro degli elementi che si acquisiscono con il passare del tempo.<br />
Una cosa è certa. Solo il tempo lenisce il dolore, diversamente manifestato da ognuno di noi. Solo il tempo. Ma cazzo.. quanto ce n'è voluto. E chissà quanto ce ne vorrà.Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-47727882826449457412012-09-03T12:47:00.000+02:002012-09-03T12:47:27.679+02:00EntusiasmoL'entusiasmo<br />
lavato dall'acqua settembrina<br />
fredda, inaspettata<br />
lascia impietriti<br />
gli ontani storditi nella piazza<br />
e silenzioso sfugge<br />
a chi lo anela.Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-89302984055359774432012-07-10T23:12:00.002+02:002012-07-10T23:16:12.939+02:00Il senso della vitaSono diversi mesi ormai che non faccio altro che interrogarmi sul senso della vita. Non è una cosa che scelgo di fare. E' una cosa che capita da sé. Ineluttabimente, senza possibilità di controllo, come le nuvole che corrono nel cielo.
Leggo uno dei capolavori che cambieranno il corso della mia vita. 1Q84 di Haruki Murakami. Ma in realtà non leggo. Perché inizio a leggere e poco dopo mi ritrovo immerso in pensieri profondi sul senso dell'esistenza. Mentre il mio cervello è impegnato a leggere, in realtà è coinvolto in un estenuante esercizio ben più complicato.
Non ho sbrigative e semplicistiche risposte religiose per questo quesito. Per me non c'è paradiso dopo la morte. Non c'è nemmeno inferno. Non so cosa ci sia. Non so se ci sia qualcosa.
A maggior ragione devo dare un senso al tempo che trascorro in questa dimensione. O forse devo semplicemente convincermi, come pare mi suggerisca tra le righe il buon Murakami, che un senso non c'è.
Il dolore si amplifica in una contrazione muscolare, in una lacrima di troppo. Una vita spezzata come quella di Valeria rende le mie riflessioni più complicate. In questi giorni, pensavo anche a te Valeria. Perché mi è sempre meno chiaro il senso di questo tuo luminoso passaggio. Non lo capisco, perché non ne colgo il senso. Il senso ce l'aveva mentre stavi qua fra noi. I sorrisi, il buonumore e la gioia della vita, proprio mentre qualcuno te la stava soffiando via da sotto il naso e ci sbatteva in faccia la nostra impotenza.
Che senso dare a tutto ciò?
Sono mesi che mi interrogo, Valeria. E io un senso non lo trovo. Ma tu non ci sei più, come non ci sono più molte persone alle quali sono legato per il mio sangue o per i miei sentimenti. La mia riflessione può continuare, la vostra avrà trovato pace.
Spero e prego, coi pochi mezzi che ho a disposizione, che davvero ogni progetto troppo prematuramente lasciato a metà, ogni sentimento che non ha trovato piena maturazione, ogni percorso che doveva trovarti protagonista possa ritrovare compimento e senso in un'altra dimensione.
E io continuo a interrogarmi sul senso di questa esistenza. Anche per te Valeria.Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5452034836808936173.post-30057471447277725332012-03-21T22:53:00.002+01:002012-03-21T22:57:54.920+01:00Fondatezza del mio pessimismoQuando il treno da Fiumicino verso Roma si ferma alla stazione Trastevere vengo preso da una forte tentazione di scendere per andare a prendere il tram e andare alla mia vecchia casa.<br />Ma non scendo. Troverei un portone chiuso, le cose cambiate e qualcun altro ad occupare quell'appartamento. <br />Tutto ciò non avviene certo perché sono particolarmente affezionato a quella casa. Il motivo credo stia nel fatto che tutti i periodi passati della mia vita mi paiono più felici e spensierati del recente passato o del presente.<br />E questo è davvero un guaio, perché mi fa rassegnare all'idea che la mia vita sarà sempre peggio.<br />Il mio approccio pessimista trova un'ulteriore e dolorosa conferma di fondatezza. Una vera e propria tragedia.Salvatorehttp://www.blogger.com/profile/14711402064651789279noreply@blogger.com0