domenica 13 marzo 2011

Oggi non è ieri

La scena emblematica della mia vita di adesso. Paesano emancipatosi innaturalmente alla vita cittadina.
Sono sul treno che da Termini va verso l'aeroporto; nelle ultime due settimane ho fatto avanti e indietro due volte da Bruxelles. C'è un punto in cui il treno, dirigendosi verso la stazione Tuscolana, incrocia Porta Maggiore. Spesso da lì capita di poter intravedere fermo sui binari il trenino della Roma-Giardinetti. Eccomi, dipinto da un'istantanea. Sono quello che va avanti e indietro dall'aeroporto, ma anche quello che prende il trenino che porta gli immigrati e i poveracci dalle periferie verso il centro e viceversa.

Con questa mia duplice vita mi scontro quotidianamente. Con questa doppiezza mi devo confrontare in ogni momento. E ci sono dei momenti in cui il confronto diventa davvero aspro. La visita di un genitore in questi giorni è stato un momento particolarmente pesante a questo riguardo.
Più passa il tempo e sparisce l'entusiasmo dell'essere giovani e forti, più mi chiedo se sia davvero valsa la pena fare tutti i sacrifici fatti e pagare i prezzi enormi per ottenere questa vita di oggi...
Più me lo chiedo, più i dubbi aumentano. Come il dolore nel vedere una ruga in più sul viso di una delle persone più amate e renderti conto che mentre il tempo passa, tu sei stato strappato alla quotidianità di un affetto in modo crudele e innaturale.
Per essere quello che sono oggi.