venerdì 21 giugno 2013

Unsent

Una lettera non spedita. Ho trovato davvero geniale l'idea di Alanis di scrivere una lettera non spedita ai suoi ex fidanzati. Non che io voglia emularla. Non sono un cantante, né un artista, né so scrivere così bene. E' comunque geniale il fatto di scrivere una lettera per non mandarla ai diretti destinatari, ma di mandarla in giro su milioni di dischi e fargliela arrivare per via indiretta. Mi chiedo quale sia stata la reazione dei diretti interessati.
Ecco il mio tentativo. Con un blog sconosciuto ai più.

Rompo gli indugi e decido di scriverti. Ho trovato di una tale meschinità il fatto di avermi visto in strada e non avermi salutato che già questo mi basta per farmi dire che forse con gente come te è meglio non avere più niente a che fare. 3 anni di emozioni, dolori, gioie, difficoltà, eccessi condivisi e gridati cancellati con un colpo di spugna. Capisco tutte le necessità di un vuoto da interporre fra due persone che si sono volute bene, ma imporre le proprie necessità senza nemmeno curarsi delle esigenze degli altri, mi sembra di una crudeltà senza pari. Ancor più crudele il presupporre che poi la persona accoltellata possa concedere comprensione dopo un dato periodo.

Io però ti ringrazio....
Ti ringrazio perché da te ho imparato la mitezza, ho imparato che non sempre gridare i propri sentimenti è la strada più giusta, perché la veracità del vivere il momento viene spesso fraintesa per aggressività. Perché l'affetto gridato dà fastidio a questo paese, come dà fastidio a chi l'affetto lo vive come un accessorio da frapporre fra un pattino e una pallina di tennis.
Io però ti ringrazio perché da te ho imparato la condivisione e l'affetto. Quello vero, quello che ti fa crescere e riscoprire un nuovo rapporto con la tua famiglia. Che mi ha accolto e che forse ha sofferto per la mia assenza. Salutameli e ringraziali per quello che hanno fatto per me, dato che non ho avuto la possibilità di farlo.
Io però ti ringrazio perché con te ho pianto lacrime di dolore profondo in questo periodo l'anno scorso. ogni volta che apro quell'armadio sento un vortice che mi vorrebbe trasportare dentro. Sento un amore inconfondibile in quel pezzo di vetro e legno. C'è un amore trascendente in quell'armadio e lo custodisco gelosamente. Ricordati di me quando andrai a ricordare lei, perché non mi sarà consentito vivere con te quel momento. E pensa a me intensamente, perché di sicuro piangerò qualche lacrima in solitudine per quella assenza come per quella di molte altre persone che se ne sono andate da questa vita. Un doppio filo mi segna e mi segue. Stringo il nodo.
Io davvero ti ringrazio perché la lezione migliore è arrivata in fondo. Perché tu mi hai insegnato che non ha senso perdere definitivamente le persone con cui si è condiviso un pezzo della propria vita. E' proprio vero, e tu eri la prima persona con cui volevo intraprendere questo percorso per il rispetto, la stima, l'affetto, il legame che mi stringe a te e che non ti permetto di togliermi. Non te lo permetto perché sarebbe come farmi scippare indolentemente qualcosa per cui ho lottato con fatica. ogni mia richiesta è stata vana, caduta in un nulla, anzi respinta con fredda lucidità matematica, che non ti è mai mancata.
Ebbene, sappi che l'amore, quello vero, è anche gridato, respinto, infuocato, eccessivo, esagerato, soffocato, represso.


" I used to say... the more tragic the better, but the truth is whenever I think of the early '90s your face comes up with a vengeance like it was yesterday."

lunedì 17 giugno 2013

Mail che ti lasciano senza fiato

"Giusto ieri sera rileggevo un'intervista alla figlia di Roberto Vecchioni, della quale immagino tu sappia la storia. 
Mi auguro davvero che un giorno voi possiate godere degli stessi diritti di cui godono le coppie etero.
Ho la famiglia contro, A**** contro, ma io sono favorevole sia al matrimonio sia all'adozione e mi dispiace per le sofferenze e discriminazioni che siete costretti a subire a causa della limitatezza mentale della gente.
E direi che detto da me (che ho la flessibilità di una sequoia in culo) fa un certo effetto....
Linguaccia
Io sto dalla tua parte. Vai al Pride e porta anche il mio pensiero. Bacio"

domenica 16 giugno 2013

Conversazioni impossibili

- Come va?
- Bene. (In realtà ho gli occhi inondati di lacrime)
- Che fai domani?
- Ho una cena (non è vero. Non ce la faccio a dirti che sono giorni che non mangio)
- ok. Ma fatti vedere o sentire.
- va bene. Ci mettiamo d'accordo. (Non ho voglia di vedere nessuno. Sono in depressione cronica.)
- non sparire, mi raccomando.
- ok! (Vorrei sprofondare e non riemergere più)

domenica 2 giugno 2013

Sempre in evoluzione



Non tutto il male viene per nuocere?
Il punto interrogativo è doveroso. Il beneficio del dubbio diventa un imperativo morale.
“Sempre in evoluzione” ho scritto alla persona che non sento e non vedo da anni. L’uomo invisibile che accompagna molte delle mie riflessioni. Dopo quel momento tutto è cambiato, o meglio tutto mi ha cambiato.
Ci risiamo. Chiudi una fase e ne riapri un’altra. In modo bislacco, ma la riapri.
Quello con cui non riesco a fare i conti è come sempre il pezzo lasciato alle spalle. Anche perché ho difficoltà a mettere a posto, a ricatalogare pezzi di cose che ci sono ancora, ma che l’orologio mi obbliga a definire con la categoria del passato.
Mi sembra di vivere in un imperfetto continuo. Il passato prossimo non arriva mai. Il presente non si appalesa.
La cosa che più mi continua a sorprendere è come le persone ch fanno parte della tua vita in modo quotidiano, quasi ossessivo, poi d’un tratto scompaiano. Quasi senza lasciare traccia.
Muoiono, partono, se ne vanno.
Il problema è riconoscere, accettare, prendere atto delle perdite. Questo il mio eterno problema. Eppure una cosa l’ho capita. Fanno parte della vita e bisogna conviverci, finché si è in vita- ma io non finisco mai di imparare in questo senso. La lezione non è mai finita, diventa sempre più ostica e chi insegna non si intenerisce, ma con una sorta di ironia sadica si diverte a infilzare spilli nel cervello e nel cuore come su una bambola voodoo. Mi piace pensare che il mio sacrificio divinatorio sia auspicio di maggiore chiarezza per chi il rito lo compie.
Ma anche di questo, non posso che dubitare. L’imperfetto mi perseguita, il passato prossimo mi ossessiona, il presente mi illude.