martedì 12 aprile 2011

Pregiudizi, una palestra e hasta la victoria (de Berluska) siempre

Tutti abbiamo pregiudizi. Ce li ho anche io che ho educato me stesso rigorosamente e scientificamente a riconoscerli e stanarli.
Per combattere i pregiudizi, mi è stato insegnato sin da subito a entrare in contatto con quelle realtà verso le quali nutriamo un pregiudizio, sperimentarle in prima persona e tentare a rielaborare le nostre pulsioni trasformandole in "giudizi".
Ma che cos'è un pregiudizio? L'etimologia dal latino prae, "prima" e iudicium, "giudizio" è chiara e può forse aiutare. Sono posizioni di favore o sfavore rispetto a un determinato gruppo o comportamento che non sono fondate sull'esperienza diretta e/o fisica con quella determinata circostanza.
E' un pregiudizio pensare che i giapponesi siano un popolo ordinato, preciso e in perfetta sintonia con la legalità. In Giappone esistono gang mafiose (che seppure con connotazioni totalmente differenti dalle nostre) potentissime che controllano ancora oggi cospicue fette d'economia del Paese del Sol Levante.
Ho volutamente fatto riferimento a un pregiudizio positivo per tentare di approdare al mio pre-giudizio negativo che ora diventa un severo "giudizio" fortemente negativo.
Ho da sempre creduto che quelli che decidono di trascorrere il proprio tempo in palestra a gonfiarsi i muscoli, come priorità precipua della propria esistenza nel proprio tempo libero, fossero persone intellettualmente povere e prive di spirito critico. Senza generalizzare, ma nella massima ho sempre creduto fosse così. Da qui il mio pregiudizio nell'approccio nei confronti di chi va in palestra e nel mio essermi rifiutato di frequentare questi posti.
Eppure lo sport è una pratica salutare, persino importante per il benessere psicofisico... mi son sempre detto. Esperienze di vita mi hanno posto a dovere fare i conti con questo pre-giudizio...

Mi sono detto... ok, metti alla prova te stesso. Sperimentati fisicamente, vai in prima persona, frequenta un palestra, dopo e solo dopo esprimi il tuo pensiero.
L'ho fatto.

E il mio giudizio rimane, anzi, si consolida come fortemente negativo. La massima parte di queste persone che hanno come priorità assoluta dopo una giornata di lavoro o di studio, quella di andarsi a gonfiare i muscoli in palestra è gente con cui non ho niente da spartire e condividere. Me ne devo fare una ragione.
Per non parlare del sessismo e del genderismo specista più becero di cui questi luoghi sono latori:
"Nella sala fitness i MASCHI non ci vanno...". E' vero, li vedi sbuffare sudore e fiatone puzzolente dietro a qualche chilo di ferro che fa su e giù. Non si mischiano con le FEMMINE che si fanno guidare dagli istruttori... per carità.
Poi, fate un esercizio, vi sfido a trovare UNO e solo UNO degli attrezzi in cui la figura che spiega quali sono i muscoli che vengono sollecitati o il funzionamento sia il profilo stilizzato di una donna... tutti MASCHI e con i muscoli ben gonfi...

Or dunque, ho maturato sufficienti elementi di analisi. Ma oramai ho pagato. Non mi va di aver buttato dei soldi per non usufruire di un servizio. Continuerò ad andarci nel bene e nel male, finché abbonamento non scada.
Però ho una consapevolezza in più e una certezza ulteriore: non devo più farmi domande sul perché una persona come il nostro premier abbia governato questo paese da 2 soldi per vent'anni. Specchio del popolino affamato o con la panza piena, colto o ignorante e intriso di specismo e genderismo non può che rispecchiarsi in quell'emblema.
Non mi resta che attendere il suo soccombere. Non posso pretendere di vedere con i miei occhi questo cambiamento radicale dei costumi del popolino italico, morirò molto prima.

Ricordo ancora dei bellissimi momenti, quando lavoravo e studiavo ed ero molto stanco alla fine della giornata. Per tornare a casa decidevo per una passeggiata giù per Colle Oppio a vedere il tramonto sui Fori Imperiali.
Non mi riesce di immaginare che la priorità di una persona intelligente possa essere quella di recarsi in questi posti fetenti a gonfiarsi i muscoli.
Tornerò a dilettarmi con le mie passeggiate e a studiare i dettagli di ogni capitello dei fori, per ricordare che una volta, tanto tempo fa, questo è stato un paese glorioso.