lunedì 20 febbraio 2012

Mettersi in discussione

In questo periodo ho bisogno di mettermi in discussione. Sento la necessità di mettere in discussione molte delle cose che hanno contraddistinto gli ultimi dieci anni della mia vita.
Ma cosa c'è stato prima di questi ultimi dieci anni? E' stato tutto così intenso ultimamente che quasi mi riesce difficile capire cosa c'è stato prima.

Non c'è niente di meglio di un periodo di crisi generale per mettere in crisi se stessi. L'esercizio risulta meno doloroso e meno faticoso. Sono tutti in crisi, ci si dice, lo sono anche io. Posso affrontare questa crisi con la speranza che il mio dolore venga alleviato dal dolore più complessivo che investe milioni di persone.
Metto in crisi persino aspetti fondanti della mia cosiddetta "identità".

Cosa mi contraddistingue?
L'essere uomo, bianco, giovane, libertario, di sinistra, attivista, europeista, filantropo, pessimista.
Metto in discussione tutto ciò, perché mi rendo conto che poi a un certo punto sarà troppo tardi per poterlo fare. Sono lussi che ci si può concedere a una certa età.

Mi abbandono per un attimo al flusso di coscienza che mi pervade in questo momento e mi slego dal contenuto di questo post per dire che era molto meglio scrivere nei periodi di profondo travaglio interiore. Era più semplice. Il dolore rende più creativi. Così è tutto davvero più complicato.
E mi emoziono ultimamente. Mi emoziono nel vedere una persona che è andata a vivere molto lontano. In quel paese dove mi sarei voluto rifugiare pur di non riconoscere me stesso. Che travaglio interiore…
Mi emoziono nel vedere me stesso nel lontano passato e riconoscere in quel processo di democratizzazione il futuro. Alcune persone che non ci sono più, hanno lasciato un segno profondo. Chissà se sarò capace di portarmi appresso alcuni pezzi della loro eredità. Decido di provarci.