domenica 19 luglio 2009

Madeleinettes (all'arsenico)


Una delle scene più importanti della letteratura mondiale, e non solo della produzione proustiana, è di certo contenuta nella fantasmagorica Recherche du temps perdu.
L'autore francese descrive la semplicissima azione di immergere una madeleinette in una tazza di tè e il riemergere, conseguente all'azione, di ricordi che sembravano sepolti in un passato ormai altro da sé che è invece tutt'altro che altro dall'autore, ma parte integrante del risultato presente dell'io scrivente.
Quella scena credo abbia cambiato le prospettive della letteratura moderna. E' uno di quei momenti topici della vita dell'uomo moderno, come lo sbarco sulla luna. Esperienza paradigmatica dell'esperienza del vivere, assoluto universale dell'io moderno frammentato, disperso, irricomponibile, vagante. "Animula vagula blandula" avrebbe scritto sapientemente la Yourcenar/Adriano.
In queste giornate al limite del surreale, in cui mi muovo fra una serie di specchi catarifrangenti, ammaliato dalla bellezza della vita, dall'impossibilità di comprendere e catalogare un passato che ritorna con viva crudezza, con dolore mi rifugio in queste maddalenine che quotidianamente e a più riprese ingurgito durante le mie giornate.

Sono l'albergo con la scritta lampeggiante sulla via Salaria.
Il ristorante in cui facemmo quella determinata cena.
Il profumo del passante distratto che non si accorge nemmeno della mia esistenza.
Il giorno del calendario che rimarca una partenza.
Il profumo del mare che con la sua risacca riporta memorie sepolte nella salsedine marina.
I cibi che non oso più cucinare.
Le strade che non posso più percorrere.
I momenti della giornata che devo soffocare con un sospiro profondo.
Le foto sulle quali spargo lacrime amare.
I libri che non riesco più a leggere perché troppo amati.
Gli oggetti che devo eliminare dalla mia vista perché contundenti.
Le espressioni del viso, i suoni che mi sono rimasti ad imitazione di un volto amato.

Sono tutte madeleinettes all'arsenico. Dalle quali non mi farò uccidere; non consentirò a nessuno di ridurmi in cenere. Quelle madeleinettes avvelenate, le saprò trasformare in nuova linfa per la mia ripartenza.

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