mercoledì 21 agosto 2013

La feroce farfalla

Ho sempre pensato che sarebbe meraviglioso morire rincorsi da un feroce farfalla.

Per quelle strade dove pensavi che tutto ti fosse familiare, dal filo d'erba di quel ciglio dietro la curva della cunetta sotto quel determinato pino a quel fungo mezzo rinsecchito che ogni anno puntuale nasce, cresce e si decompone in quel preciso punto.

E invece....
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"Ho sempre pensato che sarebbe meraviglioso morire rincorsi da un feroce farfalla."

"News Calabre 24. Allarme rosso. Un primate si aggira in Sila illegalmente, scappato dalla.zoo di Roma. Si tratta di un orangotango rispondente al nome di S. Attenzione pur non mostrando segni di pericolosità fisica, ha la capacità di assumere sembianze umane a causa di un esperimento genetico che lo porta anche a essere in grado di simulare il linguaggio degli umani. L'essere conosce più di una lingua. Per avvistamenti dell'animale, contattate il numero XXXXXXXXXXXXXX, risponde T. il vampiro a servizio delle forze dell'ordine. Divulgare in tutta l'area Silana, prima che la bestia possa raggiungere le coste e darsi alla fuga mimetizzandosi tra i turisti."

"L'ho avvistato io. correva come un matto in bicicletta, rubata a qualche malcapitato villeggiante, inseguito da una grossa e feroce farfalla. Potrebbe essere precipitato in una scarpata e defunto sul colpo."

"Mi serve il suo corpo per l'autopsia e qualcosa di meglio.... ogni vampiro è necrofilo."

"I miei mezzi mi dicono che è impossibile da localizzare. Lui è parte della Sila. Il bosco si è semplicemente ripreso ciò che gli appartiene."


"Peccato si delizierà della putrefazione solo la natura spero resusciti in zombie x vedere se rimane qualcosa di buono anche nella esistenza di non vita."

"Nella mia prossima reincarnazione sarò nel medioevo. Mi spiace constatare l'impossibilità di un nostro futuro incontro."

"Già.... nessun incontro ravvicinato,  già ho la sfortuna di dover sopportare di dividere il mondo con la tua noiosa energia vitale che scuote il disco della vita in una melodia dimenata tra noia e frustrazione, tu il vuoto eterno, l'elemento che non rilascia significati perché non ne ha e crede di averli. Erudita memoria, ma acerrime virtù dentro di te creano spazio ricco di materiale, e così inesorabilmente inutilizzato dalla conoscenza emotiva. Bacetto! Non disperderti più, la tua vita vale la sommatoria di tutte le persone che dipendono da te. La mia invece vale quanto tutte le persone che mi temono e non mi capiscono, che sono di più di quelle che credono di capirmi perchè non.sanno leggere."

"Oggi mi hai fatto scoprire una cosa meravigliosa della vita. ovvero che un perfetto sconosciuto ti scrive cose molto più verosimili, profonde, intuitive, empatiche di qualsiasi altra persona che io possa mai scegliere come compagno di vita."

venerdì 12 luglio 2013

Il rispetto

Nemmeno per il dolore.
Il rispetto è morto. Non è più un costume di questi tempi. L'ingordigia del rispetto indirizzato verso se stessi e la cupidigia di ego dalle dimensioni spropositate. L'anteporre l'io sempre e comunque a qualsiasi altra cosa, a qualsiasi altrui sofferenza o bisogno.
Il rispetto è morto. Non ci si cura nemmeno delle possibili sofferenze altrui, delle ricadute che una propria scelta o azione possa avere su qualcun altro. L'anteporre se stessi sempre e comunque, anche davanti a percorsi di sofferenze comuni.
E' morto il rispetto, e insieme ad esso è morta l'empatia. Quell'incapacità di immedesimarsi, fosse pure per un istante, nel malessere altrui e attraverso esso plasmare le proprie decisioni.

Il dato di fatto è che prima o poi ci si perde. E alcune perdite sono irrimediabili. Mi pongo il problema della sopravvivenza. Per rispetto nei confronti di chi ha perso per sempre, vorrei poter tacere e smettere di scrivere. Ma è questo scrivere che mi da' la forza di sopravvivere a questa assenza totale di rispetto e di empatia.
Le perdite irrimediabili, neanche di fronte a quelle c'è rispetto. Si cancella tutto con una spugnetta, come quella scritta faticosamente tracciata da un bambino in punta di piedi con un gessetto spuntato su una lavagna.
Cancellate pure. I miei ricordi rimangono. E come il peggiore degli incubi popoleranno le notti di chi ha fatto del rispetto una ghigliottina sporca di sangue.
Non pulitela, fate asciugare il sangue al sole. O fatelo lavare dalla pioggia. Meglio non sprecare stracci e sudori per lavare via la strafottenza di chi con sguardo cinico ha buttato giù la lama.

venerdì 21 giugno 2013

Unsent

Una lettera non spedita. Ho trovato davvero geniale l'idea di Alanis di scrivere una lettera non spedita ai suoi ex fidanzati. Non che io voglia emularla. Non sono un cantante, né un artista, né so scrivere così bene. E' comunque geniale il fatto di scrivere una lettera per non mandarla ai diretti destinatari, ma di mandarla in giro su milioni di dischi e fargliela arrivare per via indiretta. Mi chiedo quale sia stata la reazione dei diretti interessati.
Ecco il mio tentativo. Con un blog sconosciuto ai più.

Rompo gli indugi e decido di scriverti. Ho trovato di una tale meschinità il fatto di avermi visto in strada e non avermi salutato che già questo mi basta per farmi dire che forse con gente come te è meglio non avere più niente a che fare. 3 anni di emozioni, dolori, gioie, difficoltà, eccessi condivisi e gridati cancellati con un colpo di spugna. Capisco tutte le necessità di un vuoto da interporre fra due persone che si sono volute bene, ma imporre le proprie necessità senza nemmeno curarsi delle esigenze degli altri, mi sembra di una crudeltà senza pari. Ancor più crudele il presupporre che poi la persona accoltellata possa concedere comprensione dopo un dato periodo.

Io però ti ringrazio....
Ti ringrazio perché da te ho imparato la mitezza, ho imparato che non sempre gridare i propri sentimenti è la strada più giusta, perché la veracità del vivere il momento viene spesso fraintesa per aggressività. Perché l'affetto gridato dà fastidio a questo paese, come dà fastidio a chi l'affetto lo vive come un accessorio da frapporre fra un pattino e una pallina di tennis.
Io però ti ringrazio perché da te ho imparato la condivisione e l'affetto. Quello vero, quello che ti fa crescere e riscoprire un nuovo rapporto con la tua famiglia. Che mi ha accolto e che forse ha sofferto per la mia assenza. Salutameli e ringraziali per quello che hanno fatto per me, dato che non ho avuto la possibilità di farlo.
Io però ti ringrazio perché con te ho pianto lacrime di dolore profondo in questo periodo l'anno scorso. ogni volta che apro quell'armadio sento un vortice che mi vorrebbe trasportare dentro. Sento un amore inconfondibile in quel pezzo di vetro e legno. C'è un amore trascendente in quell'armadio e lo custodisco gelosamente. Ricordati di me quando andrai a ricordare lei, perché non mi sarà consentito vivere con te quel momento. E pensa a me intensamente, perché di sicuro piangerò qualche lacrima in solitudine per quella assenza come per quella di molte altre persone che se ne sono andate da questa vita. Un doppio filo mi segna e mi segue. Stringo il nodo.
Io davvero ti ringrazio perché la lezione migliore è arrivata in fondo. Perché tu mi hai insegnato che non ha senso perdere definitivamente le persone con cui si è condiviso un pezzo della propria vita. E' proprio vero, e tu eri la prima persona con cui volevo intraprendere questo percorso per il rispetto, la stima, l'affetto, il legame che mi stringe a te e che non ti permetto di togliermi. Non te lo permetto perché sarebbe come farmi scippare indolentemente qualcosa per cui ho lottato con fatica. ogni mia richiesta è stata vana, caduta in un nulla, anzi respinta con fredda lucidità matematica, che non ti è mai mancata.
Ebbene, sappi che l'amore, quello vero, è anche gridato, respinto, infuocato, eccessivo, esagerato, soffocato, represso.


" I used to say... the more tragic the better, but the truth is whenever I think of the early '90s your face comes up with a vengeance like it was yesterday."

lunedì 17 giugno 2013

Mail che ti lasciano senza fiato

"Giusto ieri sera rileggevo un'intervista alla figlia di Roberto Vecchioni, della quale immagino tu sappia la storia. 
Mi auguro davvero che un giorno voi possiate godere degli stessi diritti di cui godono le coppie etero.
Ho la famiglia contro, A**** contro, ma io sono favorevole sia al matrimonio sia all'adozione e mi dispiace per le sofferenze e discriminazioni che siete costretti a subire a causa della limitatezza mentale della gente.
E direi che detto da me (che ho la flessibilità di una sequoia in culo) fa un certo effetto....
Linguaccia
Io sto dalla tua parte. Vai al Pride e porta anche il mio pensiero. Bacio"

domenica 16 giugno 2013

Conversazioni impossibili

- Come va?
- Bene. (In realtà ho gli occhi inondati di lacrime)
- Che fai domani?
- Ho una cena (non è vero. Non ce la faccio a dirti che sono giorni che non mangio)
- ok. Ma fatti vedere o sentire.
- va bene. Ci mettiamo d'accordo. (Non ho voglia di vedere nessuno. Sono in depressione cronica.)
- non sparire, mi raccomando.
- ok! (Vorrei sprofondare e non riemergere più)

domenica 2 giugno 2013

Sempre in evoluzione



Non tutto il male viene per nuocere?
Il punto interrogativo è doveroso. Il beneficio del dubbio diventa un imperativo morale.
“Sempre in evoluzione” ho scritto alla persona che non sento e non vedo da anni. L’uomo invisibile che accompagna molte delle mie riflessioni. Dopo quel momento tutto è cambiato, o meglio tutto mi ha cambiato.
Ci risiamo. Chiudi una fase e ne riapri un’altra. In modo bislacco, ma la riapri.
Quello con cui non riesco a fare i conti è come sempre il pezzo lasciato alle spalle. Anche perché ho difficoltà a mettere a posto, a ricatalogare pezzi di cose che ci sono ancora, ma che l’orologio mi obbliga a definire con la categoria del passato.
Mi sembra di vivere in un imperfetto continuo. Il passato prossimo non arriva mai. Il presente non si appalesa.
La cosa che più mi continua a sorprendere è come le persone ch fanno parte della tua vita in modo quotidiano, quasi ossessivo, poi d’un tratto scompaiano. Quasi senza lasciare traccia.
Muoiono, partono, se ne vanno.
Il problema è riconoscere, accettare, prendere atto delle perdite. Questo il mio eterno problema. Eppure una cosa l’ho capita. Fanno parte della vita e bisogna conviverci, finché si è in vita- ma io non finisco mai di imparare in questo senso. La lezione non è mai finita, diventa sempre più ostica e chi insegna non si intenerisce, ma con una sorta di ironia sadica si diverte a infilzare spilli nel cervello e nel cuore come su una bambola voodoo. Mi piace pensare che il mio sacrificio divinatorio sia auspicio di maggiore chiarezza per chi il rito lo compie.
Ma anche di questo, non posso che dubitare. L’imperfetto mi perseguita, il passato prossimo mi ossessiona, il presente mi illude.