sabato 29 gennaio 2011

Le parche


Quando per la prima volta, tanti anni fa, mi sono imbattuto nella storia di questi personaggi mitologici, mi ricordo di essermi soffermato a lungo a immaginare coem effettivamente fossero queste signore.
Parca, Nona e Decima sono raffigurate come delle tessitrici scorbutiche nella maggior parte dei casi. La prima fila il tessuto della vita, la seconda ne decide il destino e la terza ne decreta la fine, taglianto i fili con delle grosse forbici.
Erano così potenti che nemmeno gli dèi potevano intervenire sul loro operato.
Erano insomma una sorta di Corte Costituzionale dei tempi moderni.

La mia passione per le fate discende comunque dalle semplicissime domande che ognuno di noi si pone rispetto al destino, al caso.
Non ho mai avuto una aprticolare passione nei confronti del destino, non ho mai creduto in qualcosa di predeterminato, perché penso che la vita sia costituita da un numero così elevato di coincidenze ed eventi concatenati che sia piuttosto il caso a decidere di quello che saremo e di ciò che sarà di noi.

In alcuni casi questo caso - e qui immagino la seconda parca che sogghigna - è particolarmente accanito e maligno; sembra operare esclusivamente per distruggere le pochi basi consolidate che sono riuscito a costruirmi.

Un avvertimento a me stesso: questa volta sono determinato a prendere io il posto della seconda parca e determinare almeno in parte ciò che dovrà accadere.

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