domenica 3 gennaio 2010

Grazie


"How about me not blaming you for everything
How about me enjoying the moment for once" A. M.



Grazie a Salvatore che anche quest'anno è riuscito ad arrivare fino in fondo. Grazie alla sua salute che ha saputo resistere ad attacchi pesanti sferrati da ogni parte: psicologici da parte di chi doveva amarlo, autolesionisti e masochisti da se stesso, virali dalle varie malattie che lo hanno minacciato in ogni dove. Grazie di essere stato in grado di resistere a tutti questi attacchi e di essere giunto anche in fondo a questo calendario.

Grazie al mio lavoro che mi ha dato la possibilità di affondare i piedi in alcune sicurezze. Grazie alle persone che vi ho incontrato che mi hanno accompagnato nella scoperta di questo mondo nuovo. Chi mi ha accompagnato per mano e mi ha sorretto, anche mentre facevo equilibrismo su una fune. Chi mi tirava per i capelli, mentre io volevo strapparmeli tutti. Chi mi ha dato leggerezza, quando ogni cosa mi pesava addosso come un macigno. Chi mi ha adottato, prendendosi cura di me come un pietra preziosa che si scalfisce ad ogni caduta e mi ha protetto, mi ha viziato, mi ha sopportato. Grazie a chi mi ha dato modo di sfogare le mie e altrui numerose sofferenze, a sdrammatizzare la pausa pranzo in cui non potevo fare a meno di inghiottire le mie maddalenine al veleno.

Grazie alle compagne e ai compagni della mitica Tsuru-tsuru vacanza di quest'anno. Grazie a delle bottiglie di birra svuotate, mentre percorrevamo stradine immerse nella salsedine e alla luce di una luna triste come i nostri occhi. Grazie ai loro piccoli grandi mondi che entrando nelle orbite della mia minuscola galassia hanno percorso insieme a me momenti particolarmente dolorosi, hanno mangiato sulla stessa tavola chili e chili di sale insieme a me. Grazie a loro, ho ricominciato una vita degna di questo nome, perché ho scoperto tramite la bellezza e fragilità di ognuna delle loro vite, che a nessuno si può sacrificare la propria.

Grazie a una persona di cui non ho voglia di scrivere nemmeno l'iniziale. Grazie a te che hai saputo vaneggiare nella tua sempre possente irresponsabilità, creando marasmi di cui non sei nemmeno stato capace di controllare la portata.
Grazie alla tua "vuotezza", al tuo farmi sentire "uninvited" sempre e comunque. Grazie al ricordo che mai dimenticherò di leggere la gioia nei tuoi occhi nel vedere lo stoico contorcersi per il dolore. Grazie ai chili di sale cuciti nelle mie ferite, un sale che ora sgorga sulla mia pelle levigandola e rendendola sempre più resistente alle frustate della superficialità e dell'irresponsabilità di gente vacua come te.
Grazie a te che parli del mio amore come se ne avvessi già vissuto uno così prima. Grazie alla spregiudicatezza con cui piccoli mosaici composti con fatiche enormi sono stati scomposti, cancellati e gettati in una poltiglia fangosa e nella quale rimarranno per sempre.

Grazie alla mia famiglia che mi rende quello che sono, quello che vivo e quello che sento. Grazie al loro inesauribile affetto, pochi giorni fa, per la prima volta, uscito di casa a SGF, ho preso l'aereo, sono arrivato a casa qui a Roma ed era come se avessi attraversato semplicemente la strada.
Grazie a voi ho un mio nido, ho un mio posto, un mio ricovero. Non mi sento più solo. Siete con me, anche se non lo sapete, proprio come adesso mentre scrivo queste righe traballando su un treno ad alta velocità che va verso casa, verso di voi che non la abitate fisicamente, ma la riempite con il vostro calore, i vostri respiri. Grazie alla nonna, che mi ha lasciato il più bel ricordo di quest'anno. Ti porto con me anche in questo anno nuovo e ti conservo fra i miei spazi più intimi, ti cullo fra le mie gioie, ti accendo un incenso e ti dico: continua a volermi bene anche adesso come te ne vuole tuo nipote quando ogni mattino riapre gli occhi e affronta una nuova giornata, un nuovo anno.

1 commento:

  1. è fantastico leggere le tue parole!
    Grazie a te Sasi.. x quello che ci lega e quello che nn ci lega!!!
    tvbttttttttttttttt
    buon anno!!!

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