Non tutto il male viene per nuocere?
Il punto interrogativo è doveroso. Il beneficio del dubbio
diventa un imperativo morale.
“Sempre in evoluzione” ho scritto alla persona che non sento
e non vedo da anni. L’uomo invisibile che accompagna molte delle mie
riflessioni. Dopo quel momento tutto è cambiato, o meglio tutto mi ha cambiato.
Ci risiamo. Chiudi una fase e ne riapri un’altra. In modo
bislacco, ma la riapri.
Quello con cui non riesco a fare i conti è come sempre il
pezzo lasciato alle spalle. Anche perché ho difficoltà a mettere a posto, a ricatalogare
pezzi di cose che ci sono ancora, ma che l’orologio mi obbliga a definire con
la categoria del passato.
Mi sembra di vivere in un imperfetto continuo. Il passato
prossimo non arriva mai. Il presente non si appalesa.
La cosa che più mi continua a sorprendere è come le persone
ch fanno parte della tua vita in modo quotidiano, quasi ossessivo, poi d’un
tratto scompaiano. Quasi senza lasciare traccia.
Muoiono, partono, se ne vanno.
Il problema è riconoscere, accettare, prendere atto delle
perdite. Questo il mio eterno problema. Eppure una cosa l’ho capita. Fanno parte
della vita e bisogna conviverci, finché si è in vita- ma io non finisco mai di
imparare in questo senso. La lezione non è mai finita, diventa sempre più
ostica e chi insegna non si intenerisce, ma con una sorta di ironia sadica si
diverte a infilzare spilli nel cervello e nel cuore come su una bambola voodoo.
Mi piace pensare che il mio sacrificio divinatorio sia auspicio di maggiore
chiarezza per chi il rito lo compie.
Ma anche di questo, non posso che dubitare. L’imperfetto mi
perseguita, il passato prossimo mi ossessiona, il presente mi illude.
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