martedì 8 dicembre 2009

Via Mantova, quinto piano.

8 dicembre, da qualche parte in treno fra Milano e Roma

“Credo che questo periodo della mia vita sia meritevole dell’apertura di un blog, ma non vorrei mettere le mie cose private alla mercé di tutti.”
“Scriviti delle lettere e inviatele al mio indirizzo. Io te le conservo e quando vuoi te le rendo.”


Ho riparato una tapparella. Questo è certo; e poi ho sentito che qualcosa poteva ricominciare. Scriverò delle cose molto scontate, forse. Non l’avrei mai detto, eppure, come al solito bisogna rispettare la predisposizione a lasciarsi sorprendere dagli eventi.
Sono partito e adesso sto tornando. Avevo bisogno di uscire dalla mia quotidianità e ricominciare a vivere quella vita che uno della mia età dovrebbe vivere. Voglio chiudermi la porta alle spalle e vivere il resto della giornata come avrei dovuto fare finora e non ho fatto. Non voglio più perdere tempo, perché nessuno me lo ridarà indietro.
Le persone non sanno che possono avere un ruolo nelle vite degli altri anche semplicemente con uno sguardo. Le persone non sanno che con un pezzettino del loro tempo possono regalare emozioni che poi non si scordano, che possono dare un nuovo corso alle esistenze altrui. Adesso posso ricominciare a scrivere, non quello che avrei voluto scrivere, ma quello che voglio davvero scrivere.
Non mi sono risparmiato. Ho utilizzato ogni filo della mia energia per costruire un nuovo orizzonte di spensieratezza. Ho misurato con F. dove ero arrivato. Ci siamo misurati insieme e ci siamo fatti il più bel regalo che potevamo aspettarci. Ci siamo scoperti cresciuti, cambiati. In un fiume di emozioni abbiamo lavato i nostri pensieri, abbiamo steso al sole le nostre preoccupazioni, le nostre paure e i nostri orizzonti incerti. Abbiamo fatto prendere aria ai nostri percorsi interrotti per accorgerci con gioia, che un filo rosso ci lega e che quei percorsi non si sono mai spezzati. Li abbiamo riannodati con naturalezza, senza alcuno sforzo.
Ho rivisto tutti. Le esistenze di queste persone a me care si rincorrono e si rigenerano anche quando io non sono fisicamente con loro. Vanno avanti, ma ci sono. Ci sono tutte nella loro unicità e originalità. Piccoli vari universi si evolvono e si intrecciano e nell’intersecarsi sprigionano le proprie energie in modo sempre inedito.
Nuovi piccoli pianeti entrano in queste galassie già precostituite e ne variano, a volte anche solo per alcuni istanti, le orbite. Proprio come è successo a me.
Forse non ci rivedremo più, forse rivedrò invece il tuo sguardo stanotte, in uno dei miei sogni. Quello che è certo è che quella sensazione indefinibile, che mi ha detto che ora davvero posso ricominciare, rimarrà con me per sempre. E fosse solo questo, mi basterà.

2 commenti:

  1. Si può semrpe ricominciare; le regole del gioco che ricomincia siamo noi a dettarle nel nostro intimo. Ma la regola più grande, secondo me, è che non c'è regola che ci salvi dalle buche:le abbiamo già vissute, vorremmo aver imparato a vederle, quindi, ed evitare le prossime...ma non possiamo. Se vogliamo vivere, dobbiamo accendere il motore, andare...rischiare e perdonare. Noi stessi, in primis, se ne prenderemo altre. Altrimenti...tutto il resto è noia.
    Fab

    RispondiElimina
  2. Io in Via Mantova ci ho abitato per qualche anno... insieme a L. di Bologna che adesso vive a Londra. In quella casa ho fatto l'amore per la prima volta con una donna, dopo averle regalato una rosa rossa, S. Quando S. mi disse che mi voleva solo bene io la lasciai, perchè l'amavo. E' stato allora che ho fatto sesso per la prima volta con una donna che mi aveva corteggiata mentre ero con S., K., si certo pensando a S.! Durò mesi con K. perchè eravamo io, lei e la mancanza di S. Finì tutto quando io dimenticai S. e K. mi diede buca per la prima volta. Aveva capito che sarei stata finalmente sua K. ma lei aveva bisogno di rincorrere non di possedere. Stava peggio di me. Ma questa è un'altra storia, la storia di K. che forse un giorno ti racconterò. Per due anni non stetti con nessuna se non con la mia amica B. che adesso vive a Bruxelles. Mi insegnò a diventare lella senza portarmi mai a letto, lei voleva diventare etero: è ancora lella! Etero invece ci diventò l'altra B. (che me la presentò) quando sposò A. ma questa storia già la sai. Fu a casa di B. che conobbi R. con la quale stetti 6 anni e diventò etero, sì! anche questa storia la conosci, a tratti meglio di me purtroppo. Ma rifarei senza pensarci tutti quegli scalini a piedi e l'ospedale per accompagnarla un giorno all'università ed incontrarti... ora siamo persino amiche, un'amicizia che conosce il perdono perchè sa delle debolezze umane, perchè è stato da lei che ho imparato che posso concedermi di sbagliare anch'io... come sto facendo adesso, finalmente. Io a via mantova avevo l'ascensore che arrivava al quarto piano e mezzo, poi scendevo metà rampa ed ero a casa: quarto piano, a sinistra. Il civico non me lo ricordo più ma sul citofono forse c'era scritto Amelie.

    Per finire, GRAZIE per avermi dato il modo di scrivere del mio fantastico mondo...

    Ti voglio bene.
    F.

    RispondiElimina