giovedì 18 giugno 2009

The heart of the house

Di questi tempi dalla vallata sale un profumo incredibile di fiori di ginestre.
Perle di aria attraversano il cielo e si soffermano sui balconi delle abitazioni. Un cielo terso dall'alto guarda il paese mezzo addormentato sotto il sole e come ogni mattina d'estate la vedo seduta su una sdraio che al sole riposa, godendo del calore e della luce.
I suoi capelli bianchi, compagni di una vita lunga quasi novant'anni, al sole erano sempre più belli. Erano uno dei suoi pochi vanti.
Così si è addormentata e dolcemente ci ha salutati. In un giorno estivo, in cui tutto pare dover scorrere come se nulla fosse. Un maledetto giorno come tanti altri, ma che a differenza di altri lascerà in noi un vuoto incolmabile.
La sua figura vaga per casa, silenziosa, leggera. Solo l'età avanzata riesce a rendere impercettibile il passo, felpato il cammino, impalpabile la presenza. I vicini e i parenti sono stati salutati con una parola buona per tutti, anche nei confronti del malvagio: "Quella era una brava persona".
Vado da una stanza all'altra, certo che è sul balcone. Certo che è a fianco al focolare, certo che sta osservando la strada di sotto dove non succede mai nulla. Certo che è nella sua stanza a passare il tempo a rifare il suo letto. Certo che è sulla panchina a fianco al portone a chiacchierare con qualche vicino. Certo che sta osservando i gigli che crescono da sempre in quel piccolo orto.
Mi guarda e mi dice "Torna presto, che la prossima volta non ci sono più."
E così è stato. Addio, nonna.

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