sabato 27 giugno 2009

Le passioni gioiose


"Le passioni tristi, l'impotenza e il fatalismo non mancano di un certo fascino. E' una tentazione farsi sedurre dal canto delle sirene della disperazione, assaporare l'attenzione del peggio, lasciarsi avvolgere dalla notte apocalittica che, dalla minaccia nucleare alla minaccia terroristica, cala come un manto a ricoprire ogni altra realtà. E' a questo che ciascuno di noi deve resistere... creando. Infatti sappiamo bene che le passioni tristi sono una costruzione, un modo di interpretare il reale e non il reale stesso. Non possono far altro che arretrare di fonrte allo sviluppo di pratiche gioiose."

Questa è la conclusione del meraviglioso saggio di Benasayag e Schmit. Conclusione che ho letto durante il mio soggiorno a Budapest e che come al solito si è accompagnata a circostanze incoraggianti che sostengono la tesi avanzata dai due sociologi francesi.
Devo ringraziare Themis che durante una passeggiata da Pest a Buda mi ha sostenuto nell'attraversare il ponte fisico del Danubio e quello che dalle passioni tristi porta alle passioni gioiose.
Adesso il percorso è sicuramente in discesa, anzi sto già scendendo ad alta velocità.

Nessun commento:

Posta un commento