domenica 1 novembre 2009

Flussi di coscienza dall'isola


I am a citizen of the planet
My president is Kwan Yin
My frontier is on an airplane
My prisons: homes for rehabilitating


Malta, ore 2.45

Una volta ho pensato che avrei voluto tanto essere seduto su una veranda ad ascoltare il rumore della risacca.
E' vero, forse è monotono, ma ogni volta ti racconta qualcosa di diverso. Una vita che non conosco si svolge oltre quest'acqua che si infrange contro gli scogli. E' fatta di suoni, di luci, di colori e di urla umane.

"L'hai visto?"
"Sì."
"Com'è andata?"
"Bene."
"Sta con qualcuno adesso?"
"No."
"E come mai? E' passato tanto tempo."
"Mi ha detto che non riesce a stare con nessuno. Quando conosce qualcuno, alla fine non fa che paragoni con me e rimane deluso. La delusione predomina e rimane solo."

Sono passato da questa veranda sul mare e ci ho lasciato un pezzettino di me stesso. Se la delusione potesse colmare il vuoto che mi separa dall'acqua, si trasformerebbe nei riflessi delle luci artificiali, in un'illusione.
E infatti si sta riflettendo nell'acqua e queste preziose illusioni alla fine mi danno quella vita che mi tiene in piedi.
Ieri ho visto un ragazzo. Era giovane. Guardava con una canna da pesca in mano un pesce che si dibatteva sulla pietra, morente. Si rigirava invano. E' morto soffocato.
Sono uscito di nuovo sulla veranda. Il ragazzo non c'è più. Non so dove sia andato. E come potrei saperlo? So solo che il pesce è morto soffocato.
Ora è tardissimo. Oppure è prestissimo. Dipende dai punti di vista.
Quello che è certo è che devo andare anch'io.
Ho un aereo fra quattro ore.

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