giovedì 12 novembre 2009

Eyes wide open



Mi sono perso ancora una volta per i vicoli di Gerusalemme ieri sera. E mi sono innamorato di nuovo.
Ho deciso di postare questo testo a distanza di oltre un anno. Chi conosce il film di cui all'oggetto, capirà il perché.

PS IL film ha vinto il Med Film Festival!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Basta un prima e furtiva occhiata alla folla dell'aeroporto Ben Gurion in Israele per rimanere colpiti dall'incredibile congerie di facce, suoni, colori, odori, sapori, emozioni frutto di un melting pot unico ed inimitabile che accompagna il visitatore durante tutta la sua permanenza nel paese.
La vacanza è stata suddivisa in 5 giorni a Tel Aviv e altrettanti a Gerusalemme.

Gli israeliani vanno in giro per il lungo mare di Tel Aviv con il cellulare ficcato nell'orecchio ed il vivavoce attivato. Verrà da pensare che c'è un problema di udito diffusissimo in tutto il Paese. Non sono riuscito ad approfondire questo aspetto anche perché, onestamente, un viaggio in Israele offre tanti di quegli spunti di riflessione che soffermarsi su uno solo di essi per più di 10 minuti, risulta una perdita di tempo.

Cinque giorni a Tel Aviv e cinque giorni a Gerusalemme con un'incursione di una giornata sul Mar Morto sono stati sufficienti per vivere le contraddizioni persistenti ed il fascino di questo luogo sacro alle tre religioni monoteiste più importanti del mondo e tanto controverso per la complessità politica che lo caratterizza. Me ne sono tornato a casa con un bagaglio di notizie molto ricco riguardo Palestina ed Israele e dal vivo ho avuto modo di dare un contorno alla mia sensibilità riguardo la questione palestino-israeliana, senza riuscire però ad assumere una posizione in merito. Se non un sentimento di contraddizione, appunto.

Tel Aviv è una città mediterranea, moderna, tecnologizzata ed aperta. Il suo multiculturalismo è sicuramente l'aspetto più forte, più visibile e presente. Una folla oceanica che si muove sul lungomare da nord a sud da sud a nord. E si muove in vario modo.
Facendo jogging con un i-pod nelle orecchie, sulla sedia a rotelle, sfrecciando su pattini ed altri aggeggi a rotelle non meglio identificati, passeggiando mano nella mano, parlando col vivavoce al cellulare. Il tutto sotto lo sguardo, a volte molto annoiato, di militari con tanto di mitra spianato, dispiegati lungo il marciapiede ed elicotteri apache che da nord (Libano) viaggiano verso sud (striscia di Gaza) e viceversa. Un continuo flusso di aerei civili e militari che solcano il cielo del mare meraviglioso e pulito della costa e delle sue spiagge bianche verso una pista di atterraggio accompagneranno ogni singolo momento trascorso sul lungomare. E alla fine quasi si finisce per sentirsi protetti da quei rombi di motori, addormentandosi mentre i bagnini ad alta voce attraverso megafoni redarguiscono i bagnanti più arditi che sfidano le bandiere rosse, per la verità molto frequenti.

Immaginerete che oltre alle passeggiate sulla spiaggia, ci sia anche di più. Un po' di storia e di arte, non molta a dire il vero. Giaffa è il gioiello della città, un'antica roccaforte portuale nata su uno spuntone roccioso proteso sul mare dove campane di conventi e muezzin che invitano alla preghiera si fondono con il rumore delle onde. Assolutamente da non perdere il tramonto, buttati sul prato dei giardini di Giaffa a prendersi qualche minuto di pausa da se stessi ed una cena in uno dei mervigliosi ristoranti. Aladin, ristorante sulla piazza di Giaffa con terrazza mozzafiato e vista su Tel Aviv vi farà mangiare pesce in abbondanza e antipasti orientali a volontà a circa trenta euro (in due!). Più giù vicino alla piazza della Torre dell'Orologio invece mangiate uno Shakshuka e non perdetevi l'hummous del ristorante Shakshuka gestito da beta-israeli, israeliani etiopi (eh sì, ci sono anche quelli!).
Se poi volete spendere un po' di più e non allontanarvi da Tel Aviv passeggiate sul lungo mare e arrivate a Manta Ray, elegante ristorante con patio sulla spiaggia dove la cucina israeliana si fa raffinata e anche il servizio, di solito scontroso e poco cordiale in tutto il Paese, è di grande livello.



Gerusalemme è tutta un'altra storia. Non appena arrivati ci si accorge subito che questa è una città santa. Ebrei ultraortodossi si muovono in clan familiare con padri giovanissimi, due o tre figli e una moglie regolarmente incinta. Donne musulmane non di rado con il chador e cristiani delle più varie confessioni che si aggirano per le strade alla ricerca di santità.

Jaffa Road l'avevo conosciuta per via dei giornali qualche giorno prima della partenza. La strada era in completo rifacimento: stanno impiantando le rotaie per fare scorrere in mezzo alla strada un veloce tram. È tutto un via vai di operai, ruspe, bulldozer, polizia, militari, ambulanze e sempre mitra spianati.Gli stessi con i quali dieci giorni prima della partenza avevano fatto fuori un attentatore palestinese a bordo di un bulldozer che aveva cominciato a ribaltare macchine e fare strage per la strada uccidendo una decina di passanti.

Ma queste erano solo immagini nella mia testa; la città ci ha dato ben altre emozioni.

La prima serata l'ho passata sui tetti. Vi direte che sono il solito esagerato. No, no. Si può fare davvero una passeggiata sui tetti e vi assicuro che è il modo migliore per cominciare la visita a questa città. La sera fa fresco e salendo sui tetti il fresco diventa quasi freddo. Ma ci si dimentica di tutto, persino del tempo, perché la vista che si ha da questo punto è qualcosa di indescrivibile. Come lo è Gerusalemme in sé.

Entrando dalla Porta di Giaffa tirate dritto su King David St. e poi all'ultimo incrocio sulla destra troverete una scaletta di ferro. Saliteci e il gioco è fatto. Buona passeggiata; sui tetti.

Non ho potuto fare a meno di chiamare a casa per descrivere ai miei l'emozione. Mio padre l'ha detta giusta…."Il Papa non era mica fesso a voler conquistare Gerusalemme"…

Ora è Gerusalemme che conquista i visitatori credenti, non credenti, atei, agnostici o miscredenti che siano. La Cupola della Roccia, il Muro del Pianto e il Santo Sepolcro con la Via Dolorosa sono i must, da vedere e rivedere.

Ma le vie di Gerusalemme e i monumenti "minori" sono sicuramente la parte più interessante. Ci si perde sempre e di continuo nella città vecchia. Ma non bisogna demordere. Siate testardi ed ognuno di voi troverà una sua Gerusalemme.

La mia l'ho trovata una sera, mente disfatto guardavo da fuori le mura verso la città nuova brulicante di bar aperti fino a tarda notte e studenti americani che in orde affollano le strade del centro sbevazzando qualsiasi cosa che contenga un filo di alcol.
Un mulino a vento olandese. A Gerusalemme c'è persino questo.

3 CONSIGLI PER CITTA'

Tel Aviv
1. 4 giorni a Tel Aviv sul mare; cercatevi un appartamento in riva al mare, costano poco e vi permettono un ottimo relax.
2. Andate a Giaffa sul fare della sera verso le 5 e passateci a serata intera
3. Mangiate al ristorante Manta Ray; prenotate prima se volete un tavolo sul meraviglioso patio

Gerusalemme
1. Prendete un albergo non troppo lontano dalla Città Vecchia
2. Girovagate ore ed ore nei vicoli; fermatevi, sedetevi, ricominciate e non demordete
3. Il melting pot culturale è tutto racchiuso nel Focaccio, un ristorante vicino Ben Gurion St. che non potete mancare; il menù è qualcosa di più che un tour per Israele

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