giovedì 24 luglio 2014

Mindfulness @ #aids2014

Mindfulness @ #aids2014

"We would like to pay our respect to the people of the Kulin nation and to the elders of this land."

Questa e una frase che viene pronunciata all'inizio di ogni evento che si svolge nel contesto della conferenza sull'Aids a Melbourne. Molto bello ringraziare le popolazioni indigene per l'ospitalità che concedono a noi occidentali nella loro terra. Meraviglioso l'invito al rispetto, alla cura della terra che ci accoglie; molto alla moda pure, mi verrebbe da dire....
Ma poi? Poi vedi che Melbourne è una città dove continuano a costruire grattacieli e più non posso e dove il fiume che scorre verso il mare ha un colore prossimo al marrone.
Non so...mi sembra di percepire in questa stanca formula recitata come un mantra... molta ipocrisia. Come sempre, spero di sbagliarmi.

Queste conferenze mondiali sono come uno dei migliori koan zen. Ci puoi trovare tutto e nulla. 
Le cose migliori, come prevedibile, non sono scritte nel programma. 

Mi ritrovo a parlare in un workshop organizzato dall'ILO in cui presentano uno studio sulle cosiddette "popolazioni chiave" in materia di contagio HIV. Dopo il workshop mi si avvicina Ken Davis, il compagno australiano con cui ero stato in contatto prima di arrivare qua per l'organizzazione di una sessione in cui devo intervenire io stesso.

Mi ritrovo seduto al tavolo con lui e con un altro sindacalista di lungo corso, attivista lgbt e politico. Appena viene fuori che sono un cgil... La prima cosa che salta fuori e' la loro passione per il PCI! Che...purtroppo non esiste più da un pezzo in Italia! Ma questo chiaramente lo sanno. Grazie a loro scopro un po' di storia e attualità politica australiana, un po' di geografia e di informazioni sulla politica, sul movimento lgbt e sulla lotta all'AIDS nel continente. E naturalmente trovo molte similitudini con la mia lontana Italia.

Melbourne e' la città più australiana, mi dicono. Quella col clima peggiore, mutevole e imprevedible: la città delle 4 stagioni in un solo giorno. Quella con la più grande comunità italiana in Australia.

Non tardo a scoprirlo. Bisognoso di aria e di un supermercato, decido di uscire e fare quattro passi alla ricerca di un caffè per non soccombere agli effetti del fuso orario. Mi imbatto in un angolo di Italia schiacciato fra i grattacieli del centro città.
Entro e pochi minuti dopo esco. 
Un caffè pessimo, una massa di caproni italiani che urlano parolacce fra loro, un fiume in piena di volgarità e malcostume.
Insomma, il peggio che l'Italia può esportare e' arrivato fino a Melbourne. Nn ne sentivo la mancanza.

Meno male che decido di rientrare nel centro congressi, dove partecipo, quasi per caso, a un workshop siccome evitare il burn out facendo attivismo. Un argomento che mi interessa parecchio. Una delle ragioni per cui mi trovo qua del resto, e' anche la necessità di fuggire dalla mia routine e tagliare con la invita quotidiana. Due attivisti australiani ci guidano durante il workshop. Che si rivela un esercizio collettivo di ascolto, confronto e "mindfulness". Sono riuscito a trovarsi con una ventina di sconosciuti in una stanza e sentirmi a mio agio con me stesso. Meglio... Mi sono trovato a pensare a me stesso mentre attorno a me ruotano in u emisfero diverso da quello i cui vivo, migliaia di persone sconosciute. Ho cominciato a fare pace con me stesso durante la conferenza. Il viaggio e' solo all'inizio. Ma non poteva cominciare in modo migliore.

"I tried to be reasonable, I didn't like it" Clint Eastwood 

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