domenica 26 aprile 2009

Liberazione (o, se preferite, La Gerusalemme Liberata)


Il 25 aprile è stata sempre un festa un po' così per me. Quella di ieri però è stata un pugno allo stomaco.
Mia nonna è stata un personaggio, oltre che importantissimo per la mia vita, un po' stravagante e sicuramente interessante. Donna meridionale, forte non ha mai vauto paura di niente e di nessuno. Durante la guerra ha fatto la partigiana e ce l'aveva a morte con i fascisti. Anche perché, da comunista, non se la deve essere passata bene in quegli anni da sola mentre mio nonno combatteva sul fronte e lei doveva vedersela con 4 figli piccoli.
La mattina, mettendo un po' a posto questa stanza che conserva dieci e più anni di ricordi, mi è caduto l'occhio su un quadretto che contiene una poesia della mia nonnina. Me la scrisse quando partii per Roma, su un foglio di carta per le scuole elementari con una penna verde. L'ultima frase dice: "Vi penso sempre". Si riferiva a me e a mia sorella che eravamo andati via lontano da lei, dalla nostra famiglia.
Basta poco per scatenare le lacrime in questo periodo. Mi sono preparato e sono uscito, come tento di fare ogni anno, per andare a commemorare la Liberazione a Porta San Paolo alla Piramide. I miei occhiali nero scuro mi sono stati indispensabili. Continuare a sorridere mentre dentro hai le fiamme dell'inferno che ti devastano non è facile.
Prima di uscire, non bastasse lo sconquasso che già avevo dentro, un'altra frasetta lasciata scritta ad memoriam mi accompagna nel mio viaggio verso la Liberazione.
"Io ferisco le persone, io sono una vera bomba ad orologeria. Se avessi le palle consiglierei a tutti quelli che mi vogliono bene di starmi lontano, perché sono pericoloso."
Liberati subito, Salvatore. Adesso che puoi. Buona Liberazione.

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