mercoledì 22 aprile 2009

the memory of trees


Enya è proprio un genio. La riascolto molto in questi giorni e mi fa ritornare in mente periodi della mia vita lontani.
Nel CD che preferisco "Paint the sky with stars", c'è sicuramente un pezzo che mi fa pensare molto e mi fa ritornare indietro a ricordi che ho accantonato e riposto in qualche angolo del mio cervello. Il pezzo in questione è quello che da' il titolo a questo post: I ricordi degli alberi.

La casa di montagna dei miei nonni è sicuramente il posto che ha lasciato una traccia molto profonda nei miei ricordi di bambino. Un posto sperduto nel nulla, dove la sera si andava a fare una camminata lungo la strada rischiarata dal solo chiarore della luna. E quando la luna non c'era, si tentava di seguire la linea bianca che suddivideva in due metà precise la strada del villaggio.

Ogni tanto, quando ne ho la possibilità, vado a fare una camminata nel bel mezzo del bosco. Da solo. Pinete enormi e desolate, dense di misteri. E di ricordi. Proprio come dice Enya nel suo pezzo.
Quanta gente è passata da quei luoghi... quanti sorrisi, quante storie, quanta sofferenza, quanto dolore, quanto sudore e quanta sofferenza. Stanno tutti là, nei tronchi e nelle cortecce di quei pini che, da umili spettatori, hanno immagazzinato tutto dentro. E il loro momento catartico arriva proprio quando qualcuno come me ci passa accanto e loro hanno la possibilità di scaricare tutta la loro magia. Un turbinio di emozioni che mi trascinano in un vortice senza fine. Ascolto le loro voci, a volte minacciose, ma in fondo sempre rassicuranti. Mi parlano e io ascolto la loro voce, rimasta sepolta per giorni sotto una fitta coltre di neve che poi si sprigiona in tutta la sua forza e parla al mio animo.
Mi inoltro fino in fondo e arrivo in un punto dove si apre una radura su una specie di collinetta, dove giacciono alcuni massi. Mi stendo su una di quelle pietre e, gli occhi rivolti al cielo terso, ascolto queste voci misteriose che si inseguono. Dove volete trascinarmi? Io le inseguo e loro sussurrano e sento un fremito che percorre tutto il corpo. Emozioni rimaste sepolte per anni, che emergono provocando ferite nuove e chiudendone altre. Una gioia immensa mi attraversa mentre le pinete sono scosse dai fremiti del vento e qualche animale mi scruta incuriosito. Io mi lascio semplicemente sprofondare in questo tutto, che è pieno come il nulla.
Un mistero enorme mi avvolge, poi riapro gli occhi dopo un momento di stupore e mi rendo conto che la natura lotta, combatte, freme e si dimena nell'andare della stagione. Fiori di anice lottano per sprigionare i propri frutti.
E alla fine mi rendo conto che ci sono, sempre io, sempre là.

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