lunedì 20 aprile 2009

l'insostenibile leggerezza del... buttare


Io non riesco proprio a capire come la gente possa essere così leggera nel prendere le cose, usarle, accantonarle piano piano e poi farle finire nella pattumiera. Non mi posso rassegnare a questa società nichilista e profondamente consumistica.
Persino negli affetti succede questa cosa. E il senso della solidarietà?

Ho parecchie paia di scarpe, non molte. Io sono sicuramente un po' strano, ma non riesco a buttare nemmeno quelle più consunte. Forse perché niente meglio delle scarpe descrive le passioni e le stanchezze che viviamo ogni giorno.

Eppure la gente riesce a buttare la gente in una pattumiera da un giorno all'altro senza nessun tipo di remora e senza neanche guardarsi indietro per vedere se è finita stritolata nella pressa del camion della spazzatura. Io non me ne riesco a fare una ragione. E io non riesco nemmeno a buttare un paio di scarpe logore.

Il senso della solidarietà reciproca, anche negli affetti più intimi, sembra ormai appartenere a una società altra che io non ho la possibilità di vivere. Questa società costellata da individui tali mi intristisce, mi opprime, mi addolora e fa sprofondare in un senso di impotenza e di incomprensione del tutto. Ogni cosa perde senso. Perché mai struggersi quando hai la consapevolezza della possibilità dell'essere cestinato al primo cassonetto? Perché combattere quando sai che tanto sei da solo a farlo e che mai nessuno ti seguirà, anzi sarà pronto a deriderti nel momento in cui lo fai?

Mi dispiace, mondo, ma io non riesco a essere diverso e con tutti i miei difetti continuerò a essere quello che sono, consapevole che ci sarà sempre qualcuno pronto a fare la raccolta differenziata e quanto meno a gettarmi in uno di quei cassonetti dove posso essere riciclato.

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